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Comunicazioni

AVVISIVariazioni ai servizi e agenda
01/2025 - SERVIZI DI BATTESIMO A PARMA E LODI - GENNAIO

01/2025

SERVIZI DI BATTESIMO A PARMA E LODI - GENNAIO

Teramo 10 gennaio 2025


Cara Fratellanza,

La pace di Dio. 

 

Informiamo che sono stati pianificati i seguenti servizi di battesimo nelle località di Collecchio (PARMA) e Lodi.  Di seguito le variazioni all’agenda:


AGGIUNTI

18/01 Sab - 19:00 - Santo Battesimo - Collecchio (PARMA)

26/01 Dom - 18:00 - Santo Battesimo - Lodi

 

Vostri fratelli in Cristo, 

Amministrazione


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38/2024 - GIORNI DELLE RIUNIONI DI EVANGELIZZAZIONE A FERRARA - GENNAIO/2025

38/2024

GIORNI DELLE RIUNIONI DI EVANGELIZZAZIONE A FERRARA - GENNAIO/2025

Teramo 19 Dicembre 2024


Cara Fratellanza, 

La pace di Dio. 


Informiamo le variazioni temporanee ai giorni delle Riunioni di Evangelizzazione a Ferrara, con effetto unicamente durante il mese di Gennaio/2025:

Mercoledì 08/01

Domenica 12/01

Mercoledì 22/01

Domenica 26/01


A partire dal 1º febbraio, i giorni e orari verranno ripristinati come di seguito : 

1° e 3° Mercoledì alle ore 20:00 

2° e 4° Domenica alle ore 16:00

 

Vostri fratelli in Cristo, 

Amministrazione

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37/2024 - VARIAZIONI RELATORIO - BIELLA, ROMA, DUEVILLE, RONCADE E LODI

37/2024

VARIAZIONI RELATORIO - BIELLA, ROMA, DUEVILLE, RONCADE E LODI

Teramo 04 Dicembre 2024

 

 

Cara Fratellanza,

 

La pace di Dio. 

 

 

Comunichiamo le seguenti variazioni al relatorio.

 

 

Località e cambio

PRIMA

DOPO

Biella

Orario Riunioni di Giovani e Bambini 

 

16:00

 

15:30

Roma

Orario Riunioni di Giovani e Bambini 

 

11:00

 

09:30

Dueville

Orario Riunioni di Giovani e Bambini 

 

10:00

 

10:30

Roncade

Orario Riunioni di Giovani e Bambini 

 

10:00

 

10:30

Lodi

Giorni Riunioni di Giovani e Bambini 

 

1º,3º

domenica alle 10:30

 

1º,2º,3º

domenica alle 10:30

 

 

 

 

Vostri fratelli in Cristo, 

 

Amministrazione

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36/2024 - RIPRESA DEI SERVIZI DI CULTO A GUARDIA PIEMONTESE

36/2024

RIPRESA DEI SERVIZI DI CULTO A GUARDIA PIEMONTESE

Teramo 16 Novembre 2024

Cara Fratellanza,

La pace di Dio. 

Comunichiamo  la ripresa dei servizi di culto nella località di Guardia Piemontese nella Provincia di Cosenza. 

 

Indirizzo : 

“Hotel Zilema”

SS 18 Tirrena Inferiore, 271

87020 Guardia Piemontese (CS)

 

Giorni e orari : 

2° e 4° Domenica alle ore 10:30



Vostri fratelli in Cristo, 

Amministrazione



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35/2024 - VARIAZIONI AI SERVIZI NOVEMBRE/2024

35/2024

VARIAZIONI AI SERVIZI NOVEMBRE/2024

Teramo 12 Novembre 2024


Cara Fratellanza,

La pace di Dio. 

 

Informiamo le seguenti variazioni all’agenda per i servizi previsti nel mese di Novembre/2024.

 

AGGIUNTI

16/11 Sab - 19:00 - Santo Battesimo - Lodi

24/11 Dom - 19:00 - Santa Cena Generale  - Pianezza (TORINO)

 

Vostri fratelli in Cristo, 

Amministrazione




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32/2024 - CULTI ONLINE VARIAZIONE ORARIO

32/2024

CULTI ONLINE VARIAZIONE ORARIO

Teramo 28 ottobre 2024

Cara Fratellanza,

La pace di Dio. 

Comunichiamo la variazione di orario per i Servizi di Culto on-line a partire dal Lunedì 04/11/2024.

 

PRIMA

Lunedì - 20:00 - Servizio di Culto On-line

DOPO

Lunedì - 19:30 - Servizio di Culto On-line

 

Ricordiamo che il link per partecipare ai culti on-line della Congregazione Cristiana in Italia si trova nel sito ufficiale ccitalia.org, sotto la sezione "luoghi di culto".

Vostri fratelli in Cristo, 

Amministrazione




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31/2024 - VARIAZIONE CULTO A LODI RICERCA DEI DONI

31/2024

VARIAZIONE CULTO A LODI RICERCA DEI DONI

Teramo 23 ottobre 2024

 

Cara Fratellanza,

La pace di Dio. 

 

Informiamo che è stato stabilito un culto con la Ricerca dei Doni nella località di Lodi il quale sarà realizzato il venerdì 01/11/2024 in orario straordinario. Informiamo di seguito la seguente variazione all'orario del culto:

 

  • Lodi - Venerdì, 01/11/2024 20:00  -  ANTICIPATO alle ore 18:00

 

Vostri fratelli in Cristo, 

Amministrazione




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CIRCOLARIComunicazioni di interesse generale, organizzative e dottrinali
34/2024 - DATI BANCARI CONTO UNIFICATO

34/2024

DATI BANCARI CONTO UNIFICATO

Teramo 12 novembre 2024


Cara Fratellanza, 

La pace di Dio. 

 

Comunichiamo a tutta la fratellanza il codice IBAN del conto corrente unificato della Congregazione Cristiana in Italia. 

IBAN: IT 96 X 03069 09606 100000401946

INTESTAZIONE: CONGREGAZIONE CRISTIANA IN ITALIA

Vostri fratelli in Cristo, 

Amministrazione




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33/2024 - COLLETTA EUROPEA

33/2024

COLLETTA EUROPEA

Teramo 07 novembre 2024

 

Cara Fratellanza,

La pace di Dio. 


Vista la grande necessità che si è presentata in Europa riguardo alla crisi economica che ha colpito alcune nazioni di questo continente, e tenendo presente molte calamità avvenute ultimamente, come già dal 2012 ogni anno nel mese di novembre viene fatta in tutta Europa una colletta europea.

 

I valori offerti non costituiranno un fondo proprio della Congregazione Cristiana in questa nazione, ma quest’ultima riceverà e invierà i frutti che il Signore preparerà all’Amministrazione della Congregazione Cristiana sede del gruppo gestore di questa colletta speciale che ha sede in Portogallo.

 

Questa colletta sarà realizzata annualmente, in un solo giorno, che in questo anno sarà l’ultimo fine settimana dell mese di novembre 2024. (sabato 30 novembre e domenica 01 dicembre). Tutto il frutto che il Signore preparerà in questo giorno sarà esclusivamente per questa finalità.

 

Vostri fratelli in Cristo, 

Consiglio degli Anziani e Diaconi




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29/2024 - CHIARIMENTI SU HALLOWEEN

29/2024

CHIARIMENTI SU HALLOWEEN

Teramo 16 ottobre 2024

 

Cara fratellanza, 

La pace di Dio,

 

Halloween trae le sue origini dalle pratiche pagane, che erano rituali di adorazione a varie divinità e superstizioni compiuti prima dell'arrivo del Cristianesimo. In quel periodo si credeva che la notte di Halloween i morti potessero tornare sulla terra, sia nel bene che nel male.  Per proteggersi dagli spiriti maligni, la gente indossava costumi e credendo che le zucche potessero allontanare il pericolo.

 

Sebbene oggi Halloween sia visto da molti come una semplice festa di costumi e divertimento, le sue origini sono fortemente legate all'occulto e a pratiche che cercano di entrare in relazione con forze spirituali maligne.

 

L'uso di maschere e simboli di morte e di terrore affonda le sue radici in questi rituali, che prevedevano il tentativo di controllare e proteggere dal mondo degli spiriti.

 

L'occultismo è qualsiasi pratica che cerca potere o conoscenza soprannaturale al di fuori di Dio. Ciò include la stregoneria, la divinazione, il contatto con gli spiriti e altre forme di invocazione di forze che non provengono dallo Spirito Santo. Halloween, fin dalla sua nascita, è stato profondamente legato a queste pratiche. Le tradizioni di indossare costumi per ingannare gli spiriti, la decorazione delle zucche e il tema stesso della morte e della paura sono riflessi di una connessione con il soprannaturale in un modo che non glorifica Dio.

 

La Parola di Dio condanna l'occultismo e le Sacre Scritture sono molto chiare nel rifiutare le pratiche occulte.

 

In Deuteronomio 18:10-12, il Signore avverte che non ci deve essere nessuno tra il Suo popolo che pratichi la stregoneria, consulti gli spiriti o faccia qualsiasi cosa legata all'occultismo. Tali pratiche sono definite abominevoli.

 

Inoltre, in Efesi 5:11, siamo insegnati così:

 

“E non partecipate le opere infruttuose delle tenebre, anzi più tosto ancora arguitele.”

 

Halloween è una ricorrenza che esalta la paura, il soprannaturale e l'occulto e, come cristiani, dobbiamo stare lontani da queste pratiche poiché, per quanto innocua possa sembrare, Halloween è radicata in pratiche che non sono compatibili con la fede cristiana.

 

Esortiamo la fratellanza - e chiediamo loro di consigliare i propri figli - a non partecipare alla festa di Halloween, poiché celebra elementi dell'occulto e del soprannaturale che vanno contro gli insegnamenti di Cristo. Come cristiani, dobbiamo stare lontani da qualsiasi coinvolgimento con pratiche che esaltano il male, la paura o forze spirituali che non sono di Dio.

 

Vostri fratelli in Cristo,

 

Consiglio degli Anziani più Antichi del Brasile,

e in comunione, Consiglio degli Anziani d’Italia.




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15/2024 - CULTI ONLINE DELLA CONGREGAZIONE CRISTIANA IN ITALIA

15/2024

CULTI ONLINE DELLA CONGREGAZIONE CRISTIANA IN ITALIA

Teramo 13 luglio 2024


Cara Fratellanza,

La pace di Dio. 

 

Come già è di vostra conoscenza, la Congregazione Cristiana in Italia trasmette un unico culto on-line ufficiale, che viene trasmesso direttamente dalla chiesa di Belvedere Marittimo. Questo culto è stato ed è una fonte di benedizione e edificazione spirituale per tutti noi.

 

Il link per partecipare ai culti online della Congregazione Cristiana in Italia si trova nel sito ufficiale ccitalia.org, sotto la sezione "luoghi di culto".

 

Vi chiediamo di condividere queste informazioni con tutta la nostra fratellanza che potrebbero non esserne a conoscenza, e di incoraggiare tutti a unirsi a noi nel culto ufficiale.

Vostri fratelli in Cristo, 

 

Consiglio degli Anziani e Diaconi d’Italia.




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13/2024 - CONVOCAZIONE ASSEMBLEA GENERALE STRAORDINARIA

13/2024

CONVOCAZIONE ASSEMBLEA GENERALE STRAORDINARIA

ASSEMBLEA GENERALE STRAORDINARIA

Invito lacara fratellanza diquesta località per un’Assemblea Generale, che sarà realizzata ilgiorno 13 luglio 2024alle ore19:30, nella Casa diOrazione sitain Bivio Nepezzano, 1,64100 Teramo (TE), per trattare ilseguente:

ORDINE DEL GIORNO

  1. Lettura del bilancio finale edella relazione del movimento materiale epatrimoniale dell’Opera diDio inItalia relativi all’anno 2023pertinente alleestinte associazioni diMilano; Lionie Belvedere Marittimo, con saldi unificati delle collette per l’anno 2024nell’associazione rimanente di Pescara.
  2. Ratifica delle modifiche statutarie necessarie allacreazione diun’unica amministrazione;
  3. Altri argomenti diinteresse generale edi transizione della Congregazione Cristiana inItalia.

Teramo, 30giugno 2024

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09/2024 - COLLETTA NAZIONALE - RINFORZO PER LE COSTRUZIONI

09/2024

COLLETTA NAZIONALE - RINFORZO PER LE COSTRUZIONI

Cara Fratellanza, 

 

La pace di Dio. 

 

Rendiamo tutti continue grazie a Dio, perché la Sua misericordia e benevolenza sono di giorno in giorno più abbondanti nelle nostre vite. Viviamo ora il compimento di incancellabili promesse, che annunciarono per generazioni la crescita dell’opera di Dio in questo Paese, con la conversione delle anime e la moltiplicazione delle case di preghiera. 

 

Per la grazia di Dio e per la comunione di tutti in Lui, diverse opportunità sono recentemente venute alla luce, permettendoci di affermare l’arrivo di un tempo prospero e preparato da Dio. Infatti, testimoniamo la crescita progressiva di possibilità di costruzione e di acquisizione di nuovi luoghi di culto. L’operare dell’amministrazione insieme al ministerio è sempre finalizzato a tutelare il più possibile le collette e le offerte volontarie fatte dalla fratellanza e, constatando in questo tempo presente la benedizione di Dio sulle costruzioni, è nostro desiderio che la fratellanza abbia locali di culto di proprietà, potendo così ridurre in futuro drasticamente i costi per gli affitti.

 

Osserviamo ancora che il movimento sta prendendo una cadenza accelerata, finora sostenuto dalla forte partecipazione di tutta la fratellanza alle collette,  ma fondamentalmente da aiuti e donazioni che arrivano da paesi esteri. 

 

Per tutto ciò, nell’ottica di inseguire l’equilibrio tra la compartecipazione della fratellanza locale alle collette, e l'altezza della manifestazione evidente della benignità di Dio in questa parte, in comunione con il consiglio degli Anziani e Diaconi d’Italia, sarà realizzata una colletta nazionale per il rinforzo del fondo per le costruzioni.. 

 

Questa colletta di rinforzo è stabilita che venga effettuata localmente in un unico giorno in tutta Italia, e sarà prevista per l’ultimo culto della terza settimana di aprile. 

 

Esortiamo tutti a dare l’esempio, aprendo i propri cuori, e mettendosi a disposizione del nostro Signore. Siamo certi che,  uniti in comunione,  le benedizioni di Dio non mancheranno nel nostro mezzo.


Vostri fratelli in Cristo, 

Consiglio degli Anziani e Diaconi d’Italia.




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08/2024 - LETTERA ALLA NOSTRA CARA FRATELLANZA E GIOVENTÙ - CONSIGLI ORIENTATIVI

08/2024

LETTERA ALLA NOSTRA CARA FRATELLANZA E GIOVENTÙ - CONSIGLI ORIENTATIVI

Cari fratelli, 

 

La pace di Dio. 

 

I consigli qui di seguito esposti hanno la finalità di chiarire alla nostra cara fratellanza, così come alla gioventù, di acquisire la completa e perfetta conoscenza della volontà di Dio, avendo in vista il modo di vivere in una società perversa e corrotta, che impone nel modo di vivere delle persone, condizioni difficili da seguire e creando un allontanamento dai modelli di vita.  

 

La grande difficoltà che le persone incontrano in questi giorni è che, davanti alla società con la quale vivono, sono tentati a competere alla pari in tutto il modo di vivere, sia come modello di vita, sia sfruttare tutto ciò che la società offre. 

 

Così, di fronte alla non conformità nel vivere ai margini della società, cominciano a soffrire per non intravedere i loro desideri. Ciò avviene anche con i giovani, che di fronte alla difficoltà di raggiungere i propri obiettivi, si arrendono allo scoraggiamento, diventando ostaggio di un processo che degenera nell'attesa del futuro desiderato. Alcuni, di fronte alla fragilità emotiva, quando non riescono a intravedere una via d'uscita per raggiungere i loro obiettivi si sentono sconfitti. Questo senso di sconfitta può portarli a uno stato emotivo così fragile che può iniziare un quadro depressivo. 

 

Sono molti gli esempi che esistono tra i giovani, quando sognano di studiare in una università pubblica e non riescono. Se il sogno è quello di studiare in una particolare università, a causa del costo elevato, anche in quel caso non riescono. Sognano di avere una professione, ma non immaginano le condizioni, ragioni per cui diventano ostaggi di un sogno frustrato, facendoli sentire sconfitti. 

 

Alcuni, desiderosi in futuro di avere un matrimonio felice, iniziano con un fidanzamento e, non riuscendo ad avere successo, cadono in situazioni di grande perdita, in cui si sentono come sconfitti e incapaci di alzarsi, finendo con il vivere sotto l'effetto di una passione dolorosa che toglie loro il piacere di vivere e isolandosi dalla convivenza con gli altri. 

 

Ci sono anche alcuni che non vedono più soluzione al loro problema cercano una fuga attraverso l'uso di droghe, che fanno degenerare la loro salute e personalità, rendendoli sempre più lontani dalla società e soprattutto da Dio. 

  

Altri, portando con sé le sequenze di un'infanzia sofferta da varie aggressioni e non trovando sostegno nelle loro case, che di solito vivono in disgrazie, cercano sostegno al di fuori della famiglia, trovando ogni sorta di male che il mondo corrotto offre. 

 

Queste condizioni possono portarli a soffrire angoscia e profonda tristezza, ansia e estrema irritazione, mancanza di concentrazione, perdita di autostima e pensieri pessimistici, perdita di interesse per il lavoro e lo studio e quindi veder sorgere un quadro depressivo, che è l'inizio di un processo evolutivo che può andare da un disturbo psichiatrico fino alla fase grave della depressione che richiede un trattamento psichiatrico e psicologico. L'abuso dell'uso di Internet può dare origine all'utente nel facilitare l'emergere di condizioni depressive, portandolo all'allontanamento dalla vita familiare e sociale.  

 

Le cause della corruzione morale nella società sono molte, ma alcune di esse corrompono anche alcuni tra noi, sia adulti che giovani. 

 

Questa corruzione non è solo morale, ma principalmente maligna, che porta l'essere umano sempre più lontano da Dio. 

 

Così, dinanzi ai fatti qui narrati e in qualità di servi di Dio, attraverso questa relazione, presentiamo il dovere che abbiamo da parte nostra con la volontà di cercare una soluzione, che può essere raggiunta attraverso riunioni con consigli alla nostra fratellanza e specialmente con i giovani, che desidera una maggiore attenzione da parte nostra. 

 

È necessario che tutti i figli di Dio siano completamente liberi dagli ostacoli che possono renderli preda dell'avversario, che cerca di contaminare la vita cristiana. Queste contaminazioni ostacolano e addirittura impediscono la comunione con Dio per il perfetto compimento della Sua opera. La condotta deve essere senza macchia, cioè senza alcun ostacolo, sia nel senso spirituale che nel vivere. Affinché ci sia libertà di comunicazione con il Signore devono ricercare la consacrazione e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà Dio. Come esempio, commentiamo il male causato dal peccato, che opera in modo occulto nella nostra vita. 

 

PECCATO – È la trasgressione della legge divina, come la disobbedienza, fallimento e corruzione morale. Davanti a Dio, il peccato non è mai stato accettato, ma il peccatore che si pente può essere perdonato, perché Dio rifiuta il peccato, ma ama il peccatore. La portata del peccato è estesa a tutti gli uomini, poiché già nascono peccatori per la loro stessa natura. Il peccato è una conseguenza della tentazione e ci sono varie forme di tentazioni. Tutti, compresi i giovani, soffrono le tentazioni che provengono dalla natura stessa, così come quelle di carattere spirituale. Non tutti i peccati sono per la morte, in quanto ci sono anche quelli che non sono per la morte, ma le loro pratiche ricorrenti generano la morte, perché è scritto: 

 

“Gesù rispose loro: In verità, in verità, io vi dico, che chi fa il peccato è servo del peccato”. (Giov. 8:34). 

 

"Perciocché il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore”. (Romani 6:23) 

 

I peccati di origine spirituale in modo generale sono: menzogna, orgoglio, invidia, cupidigia, arroganza, superbia, malizia, vanità ed altri. I peccati carnali sono atti praticati in forma corporale, così come rapina, furto, violenza fisica, omicidio, atti immorali e tanti altri. 

 

Quanto all’immoralità, estendiamo il consiglio a tutti, tuttavia con enfasi ai giovani. Sin dall’età pre-adolescenziale e fino alla maggiore età, i giovani subiscono cambiamenti (mutazioni), sia fisici che sentimentali, che causano difficoltà a convivere in modo naturale. Questa trasformazione nell’età adulta espone i giovani a tentazioni carnali che, per natura stessa, esistono. La curiosità può portarli a desiderare e provare le novità che gli vengono presentate. Adesso, sono diverse le tentazioni che si presentano ai giovani e sono: pratiche corporali viziose, uso di droghe, fumo e alcol, oltre ai desideri carnali che possono nascere attraverso la conoscenza di pratiche che causano il peccato di fornicazione, lascivia e sodomia.

 

FORNICAZIONE - È il peccato dell'unione carnale praticato da persone sposate fuori dal matrimonio (adulterio) o da celibi, vedovi e/o divorziati, cioè, senza il vincolo matrimoniale, commessi tanto con eterosessuali quanto con omosessuali.  

 

LASCÍVIA E SODOMIA - La lascívia è la sensualità, provocata da modi libertini, come atti osceni che sono praticati o addirittura promossi in modo uditivo. Pertanto, coinvolge ciò che viene sentito, visto o assistito, esacerbando i sentimenti carnali. La sensualità può essere una conseguenza dell'esposizione provocatoria del corpo umano, che attraverso l'abbigliamento sensuale o la postura del corpo, eccita i sensi di un'altra persona, portandola ad avere il desiderio carnale. Per questo male pecca sia la persona che brama, sia quella che volontariamente si espone. In questa stessa linea, è un'abitudine riprovevole, propria delle persone mondane, la pratica di abominazioni virtuali sotto forma di nudi, che viene trasmessa attraverso foto e/o riprese. Altrettanto peccaminosa è la pratica della sodomia, dell'immondizia sessuale, ricercata al posto della relazione naturale, come se questa pratica fosse tollerabile agli occhi santi dell'Altissimo. Non fraintendete, l'apostolo Paolo scrisse nel primo capitolo dell'epistola ai Romani, che le persone che commettono questi atti disonorano i loro corpi, abbandonandosi a passioni infami, quando, lasciando l'uso naturale della donna e al contrario della natura, si accendono nella loro sensualità l'uno con l'altro, commettendo ogni sorta di sporcizia. Questo è il peccato di sodomia, che gli abitanti di Sodoma e Gomorra commisero, per le cui ragioni queste città e il popolo furono distrutti da Dio. 

 

QUANDO SI VERIFICA IL PECCATO - Il peccato si verifica quando la persona cade nella tentazione e, per la concupiscenza della carne, compie il suo mal desiderio. 

 

TENTAZIONE - La tentazione esiste fin dalla caduta dell'uomo (Adamo) e accompagna l'essere umano per tutta la sua vita. Può avvenire in varie forme come: visive, uditive, audiovisive e sensoriali. Anche il Signore Gesù fu tentato, ma senza peccare. La tentazione audiovisiva può essere presentata da immagini video o anche provenienti  da audio. In queste occasioni, il cervello reagisce immediatamente e la persona inizia a sentire il desiderio di ciò che sente e/o guarda. Se ciò che si vede o si sente è contrario alla volontà di Dio, perché è peccaminoso, allora sorge la concupiscenza vergognosa. In tali momenti, a seconda della condizione spirituale della persona, ci può essere una caduta nel peccato. 

  

IL PERICOLO PROVOCATO DALLA TENTAZIONE CARNALE - Il pericolo esiste quando la tentazione carnale è potenziata dalla meditazione e dall'immaginazione che è generata attraverso i pensieri. Questo può essere neutralizzato da una risorsa che il credente ha nel Signore Gesù, che è il timore di Dio, poiché quando la coscienza avverte la persona, questa, attraverso il timore di Dio, invoca il sangue del Signore Gesù e neutralizza così la forza di quel sentimento, vincendo, quindi, la tentazione. 

 

GIUSTIFICAZIONE - Affinché l'uomo sia giustificato dal suo peccato, Dio ha fornito la giustificazione attraverso il sacrificio del Suo Figliuolo e avviene come conseguenza del perdono. 

 

COME OTTENERE IL PERDONO - Il perdono si ottiene attraverso il riconoscimento, il pentimento e l'umiliazione davanti a Dio, con l'intercessione del Signore Gesù. 

 

CONSEGUENZA DEL PECCATO - La conseguenza del peccato è la morte. Ci sono peccati che sono per la morte e altri che non sono per la morte, ma anche questi portano lentamente alla morte. Lo troviamo nella Sacra Scrittura: “il Signore sa trarre di tentazione i pii, e riserbar gli empi ad esser puniti nel giorno del giudicio; massimamente coloro che vanno dietro alla carne, in concupiscenza d'immondizia; e che sprezzano le signorie: che sono audaci, di lor senno, e non hanno orrore di dir male delle dignità. Mentre gli angeli, benchè sieno maggiori di forza e di potenza, non dànno contro ad esse dinanzi al Signore giudicio di maldicenza. Ma costoro, come animali senza ragione, andando dietro all'impeto della natura, nati ad esser presi, ed a perire bestemmiando nelle cose che ignorano, periranno del tutto nella lor corruzione, ricevendo il pagamento dell'iniquità (condannazione eterna).” (2Pie 2:9 a 12) 

 

COME ESSERE GIUSTIFICATO DAI PECCATI – Nella prima epistola di Giovanni dice: 

 

Figliuoletti miei, io vi scrivo queste cose, acciocchè non pecchiate; e se pure alcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre, cioè Gesù Cristo giusto; ed esso è il purgamento* dei peccati nostri; e non solo de' nostri, ma ancora di quelli di tutto il mondo”. (1 Giov 2:1 e 2) (* intercessione) 

 

Troviamo anche: 

 

“Come renderà il fanciullo la sua via pura? Prendendo guardia ad essa secondo la tua parola”. (Sal. 119:9). 

 

L'osservanza della parola e dei consigli ci danno virtù e forza per superare le tentazioni spirituali e carnali. 

 

Così, coloro che sono fedeli nella fede in Gesù Cristo saranno benedetti da Dio durante la loro vita in questo mondo e alla fine raggiungeranno il premio che il giusto giudice darà a coloro che avranno amato la sua venuta. 

 

Vostri fratelli in Cristo, 

 

Consiglio della Presidenza degli Anziani più Antichi del Brasile, 

e in comunione, Consiglio degli Anziani d’Italia.



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INSEGNAMENTIArgomenti pubblicati durante le Riunioni Generali d'Insegnamento
40º ASSEMBLEA - 2024 - RIASSUNTO DEGLI INSEGNAMENTI

40º ASSEMBLEA - 2024

RIASSUNTO DEGLI INSEGNAMENTI

01 - ELEZIONE DI DIO

(Trad. 181/2024 BR)

 

 

 

Cara Fratellanza, 

 

La pace di Dio. 

 

L'essere umano fu dotato da Dio del diritto di fare scelte, questo libero arbitrio è una caratteristica permanente (indelebile) di tutta la creazione intelligente - sia degli angeli che degli uomini. Ecco perché esistono coloro che sono salvati e coloro che sono perduti!

È innegabile che il Signore Dio non vuole che gli uomini si perdano, ma piuttosto che si pentano delle loro cattive vie e si convertano, come sta scritto:

Il quale vuole che tutti gli uomini sieno salvati e che vengano alla conoscenza della verità”. (1Tim 2:4)

“Ed egli ci ha comandato di predicare al popolo, e di testimoniare ch'egli è quello che da Dio è stato costituito Giudice de' vivi e de'morti. A lui rendono testimonianza tutti i profeti: che chiunque crede in lui, riceve remission de' peccati per lo nome suo”. (Fatti 10:42 e 43)

Proprio a motivo del praticare il libero arbitrio vi fu la separazione dell'uomo da Dio. Questa orribile caduta avvenne per la disobbedienza di Adamo ed Eva quando ascoltarono il serpente e furono scacciati dall'Eden. Tale corruzione si è diffusa su tutti gli uomini, divenendo tutti soggetti alla morte. Da lì prevalsero le forze del male, mantenendo l'essere umano sottomesso all'azione delle tenebre e del peccato.

Questo dominio di iniquità persistette su tutti fino alla venuta di Gesù Cristo, quando fu compiuta l'espiazione dei peccati e la riconciliazione con Dio, dando così ai cristiani potere e autorità su tutte le forze contrarie al bene, e dando loro il diritto ai doni e alle virtù dello Spirito Santo.

Dio vuole che tutti si pentano, ma non li obbliga a farlo, lasciandoli liberi di decidere (2Cor 3:17).

Per questo è scritto:

“Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto, per rimetterci i peccati, e purgarci di ogni iniquità”. (1 Gio 1:9)

“Perciò, io vi dico: Ogni peccato e bestemmia sarà rimessa agli uomini; ma la bestemmia contro allo Spirito non sarà loro rimessa.” (Mat 12:31)

Perciò, chiunque pecca e si pente e cambia le sue vie, non rimanendo nell'iniquità, può ottenere il perdono divino (1 Gio 1:9).

In questo contesto, segue una breve spiegazione riguardante l'elezione celeste che dobbiamo capire in primo luogo come collettiva, cioè riferendosi alla Chiesa Cristiana, fedele e universale - anche in senso figurato conosciuta come il corpo di Cristo - la quale è eletta incondizionatamente.

Tuttavia, l'elezione dell'essere umano, come individuo, avviene solo quando il credente inizia a professare il cristianesimo per fede, diventando parte integrante del corpo di Cristo - la Chiesa (Fatti 20:28). Per fede, il cristiano riceve lo Spirito Santo che lo assiste e lo rafforza, dimorando in Lui, rendendolo parte integrante del corpo di Cristo e facendolo eletto.

Da questo punto in poi, le responsabilità reciproche sorgono in questa elezione, sia da Dio verso i fedeli che dai fedeli verso Dio (Rom 8:29 e Pie 1:1-11).

È scritto:

“Ma pure il fondamento di Dio sta fermo, avendo questo suggello: Il Signore conosce que' che son suoi, e: Ritraggasi dall'iniquità chiunque nomina il nome di Cristo.” (2Tim 2:19)

 

Ancora leggiamo:

“Or in una gran casa non vi sono sol vasi d'oro e d'argento, ma ancora di legno, e di terra; e gli uni sono ad onore, gli altri a disonore. Se dunque alcuno si purifica da queste cose, sarà un vaso ad onore, santificato ed acconcio al servigio del Signore, preparato ad ogni buona opera.” (2Tim 2:20 e 21)

In questo modo, l'elezione incondizionata per la salvezza e la santificazione della Chiesa di Cristo - intesa qui come corpo spirituale di Cristo, cioè insieme universale di tutti i fedeli santificati - è determinata dall'Altissimo, essendo immutabile. È stabilita per sempre e non può essere revocata. Tuttavia, l'essere umano - come individuo - per assicurarsi e partecipare a questa elezione, dipende dalla sua condotta personale nella fede, dovendo mantenere viva la fiamma di questa assoluta fiducia in Gesù Cristo. Per questo ha la necessità di rimanere in unione con Cristo, senza deviare, conservando la condizione di membro vivente di questo corpo spirituale.

Questa verità dottrinale si basa sull'insegnamento biblico, perché la Sacra Scrittura ci mostra fondamentalmente due possibilità di apostasia: la dottrinale, con la negazione degli insegnamenti di Cristo e/o di uno qualsiasi degli Apostoli, e l'apostasia morale, quando il cristiano ritorna al peccato, non pentendosi e non tornando a una vita casta e pura, diventando schiavo dell'iniquità (Is 29:13 – Mat 23:25 a 28 – Rom 6:15 a 23 e Rom 8:6 a 13).

Il piano eterno di Dio per la Sua Chiesa è che dobbiamo essere integri nella morale, che dobbiamo avere un carattere senza macchia, che dobbiamo essere puliti con le nostre mani e puri di cuore, che dobbiamo essere incensurabili e santi (Rom 8:14, Gal 5:16 a 25).

A tal fine, per essere trovati irreprensibili davanti a Dio, dobbiamo rimanere costanti e fermi nella fede, senza allontanarci dalla nostra beata speranza dell'Evangelo (Col 1:22 e 23).

La forza che vince l'iniquità e porta alla santificazione viene dal Signore, a noi appartiene la scelta, la volontà, il desiderio, la ricerca di servirLo con cuore sincero. L'intervento delle opere sante viene dallo Spirito Santo.

Le Sacre Scritture ci insegnano che la condannazione eterna deriva esclusivamente da scelte umane sbagliate - per le inclinazioni orientate al peccato, senza genuino pentimento e non sperimentando, in sé stessi, il meraviglioso effetto della restaurazione fornita dal perdono offerto nel sacrificio di Gesù Cristo al nostro posto. Quindi, la perdizione umana non è una determinazione selettiva, una sentenza discriminatoria scagliata contro un gruppo specifico di persone. Anzi, al contrario, è il risultato delle scelte di vita compiute da ogni individuo, non configurate in una risoluzione incrollabile, sinistra e irrevocabile dell'Altissimo su un insieme predeterminato di esseri umani, segnati dalla condanna.

È importante però sottolineare che per essere salvati non basta una semplice confessione di fede, né a un credente dire di credere in Gesù e di affermare che Cristo è il suo Signore, conducendo però una vita dissociata dalla santità. La fede include l'allontanamento dal peccato - la santificazione - per obbedienza alla Parola di Dio. Si esprime in un certo momento nella vita del cristiano, da quando accetta Cristo Gesù come unico e tutto sufficiente Salvatore e deve continuare per tutta la vita a crescere e a consolidarsi nel cuore del convertito (Gio 1:12), come si legge:

Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno de' cieli; ma chi fa la volontà del Padre mio, che è ne' cieli. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiam noi profetizzato in nome tuo, e in nome tuo cacciati demoni, e fatte, in nome tuo, molte potenti operazioni? Ma io allora protesterò loro: Io non vi conobbi giammai; dipartitevi da me, voi tutti operatori d'iniquità” (Mat 7:21 a 23)

Si può anche perdere quel poco che è stato ottenuto da Dio vivendo una vita libertina:

 “Perciocchè a chiunque ha, sarà dato; ma chi non ha, eziandio quel ch'egli ha gli sarà tolto.” (Mar 4:25)

Siamo pienamente consapevoli che:

“Perciocchè voi siete salvati per la grazia, mediante la fede, e ciò non è da voi, è il dono di Dio. Non per opere, acciocchè niuno si glorii.” (Ef 2:8 e 9)

Tuttavia, una volta salvati per fede, dobbiamo fuggire dal peccato, indirizzando la nostra vita cristiana verso la santità richiesta dal Signore, crescendo sempre nella verità e nella grazia divina:

“Procacciate pace con tutti, e la santificazione, senza la quale niuno vedrà il Signore.” (Eb 12:14

Siamo costantemente vittime di vari attacchi spirituali, per i quali siamo tentati e provati. Ma resistendo alle tentazioni e perseverando nella fede in mezzo alle prove, riveliamo la nostra fedeltà personale al Signore.

Le forze spirituali malvagie, che ci attaccano e lavorano per farci rinunciare alla fede cristiana, finiscono per darci l'opportunità di dimostrare che la nostra fede e il nostro amore per Dio sono veri e irrevocabili.

Per fede, l'Altissimo ci rende capaci di vincere il male, donandoci le forze necessarie per essere vittoriosi. Tuttavia, colui che si dona alle iniquità diventa un vaso a disonore; la sua caduta non avviene perché Dio non lo ha protetto, ma perché sondando il suo cuore, Dio non ha trovato il fermo desiderio di resistere al male, né il timore necessario per evitare la perversità, ma una libera disposizione ad concedersi al peccato.

La santità, o somiglianza a Cristo, è il principio richiesto, il modello di uomo che deve essere cercato dalla potenza data al cristiano quando riceve lo Spirito Santo in risposta alla sua fede in Cristo. La santità, dunque, non è la ricerca della salvezza per mezzo delle opere, ma al contrario è la fede che genera opere di salvezza nel vero cristiano. Senza di essa nessuno vedrà il Signore.

Se la fede non spinge il credente alla santità - e in lui non c'è cambiamento interiore significativo- questa fede è morta in sé stessa, non conforme ad una fede capace di salvare, ma nell'apparenza e nell'inganno. Vediamo:

“Poichè, siccome il corpo senza spirito è morto, così ancora la fede senza le opere è morta.” (Gia 2:26)

Per questo motivo, ognuno deve mantenere la santità, la purezza e la fermezza della fede, evitando di farsi trascinare dai discorsi rassicuranti che garantiscono la salvezza incondizionata a chiunque abbia creduto una volta in Gesù Cristo. L'apostolo Pietro lo ha insegnato, mettendo in guardia dal rischio di cadere, con conseguente cedimento nella marcia verso la vita eterna (2Pie 3:17). Anche l'apostolo Paolo ammoniva i fratelli di Corinto a fare attenzione a non ricevere invano la grazia di Dio:

“... vi esortiamo ancora che non abbiate ricevuta la grazia di Dio in vano.” (2Cor 6:1)

Qui l'Apostolo sottolinea il rischio di perdere la grazia e quindi di perdere la salvezza, poiché siamo salvati per grazia attraverso la fede. Ora, se la grazia viene ricevuta in modo infruttuoso, improduttivo, inutile, non porterà alla salvezza di chi l'ha ricevuta in questo modo. Egli mette in guardia anche dal rischio di perdere la presenza dello Spirito Santo in sé stessi, dicendo:

 “Non ispegnete lo Spirito.” (1Tess 5:19)

Infatti, i testi biblici sono pieni di raccomandazioni sul rischio che un cristiano perda la salvezza, costringendolo a capire di lasciare la zona di conforto e la dormienza spirituale, dove il peccato è in agguato, esortandolo a una vita casta e santa, desiderando che:

“e d'esser vestiti dell'uomo nuovo, creato, secondo Iddio, in giustizia, e santità di verità.” (Ef 4:24)

È un comandamento essere santi:

 “Poichè egli è scritto: Siate santi, perciocchè io sono santo.” (1Pie 1:16)

Essendo ordine, abbiamo il dovere di impegnarci in questa direzione, avendo vero orrore del peccato che ci circonda così da vicino. La Parola di Dio ci comanda di essere irreprensibili nella santità.

“... acciocchè sieno irreprensibili in santità, nel cospetto di Dio, Padre nostro...”  (1Tess 3:13)

Non è sufficiente dire che credo in Dio, questa è una condizione necessaria, ma non sufficiente per credere nella sua esistenza, persino i demoni credono (Giacomo 2:19) e la proposta del cristianesimo non è una semplice teoria basata sulla conoscenza dei fatti storici e biblici, ma, sì, una pratica viva e trasformante. Oltre a conoscere le Scritture, dobbiamo vivere la Parola in modo che trasformi e purifichi tutto il nostro essere:

“Anzi, siccome colui che vi ha chiamati è santo, voi altresì siate santi in tutta la vostra condotta.” (1 Piet 1:15)

Avvertiamo che il credente in Gesù deve camminare nella santità e nella giustizia della Parola di Dio e non deve farsi catturare dal mondo decaduto.

Prendiamo ad esempio la lettera agli Ebrei (2:1, 6:4-8, 10:26 e 10:32), perché il testo di questa epistola è cristallino e obiettivo. In esso si avverte ai cristiani circa la gravità della condanna che risulterà, per esempio, da una ricaduta spirituale di chi è stato illuminato, ha gustato il dono celeste, ha preso parte allo Spirito Santo, ha gustato la buona Parola di Dio, e le virtù del prossimo secolo.

Coloro che procedono in questo modo non saranno in grado di pentirsi dei loro peccati e quindi non possono essere rigenerati, poiché il pentimento è un prerequisito dottrinale, necessario e indiscutibile per la salvezza. (Mar 2:17 e 6-12 – Luc 5:32 e 13:3 a 5 – Fatti 3:19; 11:18 e 17:30 – 2Cor 7:10 – Eb 6:6 e Apoc 2:5, 2:16, 2:21, 3:3, 3:19, 9:20, 16:9 e 16:11)

Concludiamo esortando la fratellanza a purificarsi da tutto ciò che contamina, da tutto ciò che macchia i vestiti spirituali, ricordando ai cari fratelli l’appello biblico:

“Io vi esorto adunque, fratelli, per le compassioni di Dio, che voi presentiate i vostri corpi, il vostro razional servigio, in ostia vivente, santa, accettevole a Dio. ” (Rom 12:1)

"... per util nostro, acciocchè siamo partecipi della sua santità." (Eb 12:10)

 

Vostri fratelli in Cristo, 

 

Consiglio degli Anziani più Antichi del Brasile, 

e in comunione, Consiglio degli Anziani d’Italia.


 

 

02 - LA SALVEZZA È UNIVERSALE

(Trad. 182/2024 BR)

 

Cara Fratellanza, 

 

La pace di Dio. 

 

La salvezza è universale nel senso che è offerta indistintamente ad ogni essere umano, avendo come unico prerequisito la fede genuina in Gesù Cristo. Chi crede in Lui e lo accetta come esclusivo, personale e sufficiente Redentore sarà salvato, se rimane nella fede fino alla fine e mai apostata da essa. Gesù è morto per tutti gli uomini per purificarli e salvarli dalla maledizione del fuoco eterno, ma non tutti saranno salvati.

Questo si spiega con il fatto che il Suo sacrificio è efficace solo per coloro che avranno creduto in Lui, ricevendo per fede nel Suo nome la Grazia salvifica in sé stessi. Questo è giusto, perché il prezzo pagato per la salvezza fu troppo alto per essere disprezzato, costando la vita e il sangue del Figlio di Dio.

Cristo, lasciando la sua gloria divina, discese dall'alto dei Cieli alle parti più basse di questo mondo, divenendo simile agli uomini per compiere la missione di salvare le anime perdute.

Chi crede in Gesù Cristo, riceve la giustizia della salvezza per fede, ma chi non crede, riceve la giustizia della condanna per averLo respinto.

L'errore più grande dell'umanità è quello di rifiutare e disprezzare Gesù Cristo e la Sua Santa Parola, perché questa scelta non lascia alternative se non la condannazione eterna.

Tutto è cominciato con Lui e finirà in Lui, che è l'Alfa e l'Omega, il Principio e la Fine di tutto e di tutte le cose. Per questo motivo, la redenzione non dipende da, o dal merito di, alcuna denominazione religiosa, né dipende da qualcosa o da chiunque sia. Solo con la magnifica opera realizzata da Gesù Cristo, compiuta sulla croce del Calvario, l'essere umano potrà essere libero da un destino irrimediabile, spiacevole e terribile negli abissi eterni.

Questo dono celeste, la grazia meravigliosa, salva il credente dall'abominio giustificandolo e conducendolo alla vita eterna (Ef 2:8 e Tito 2:11). Gesù Cristo ci ha aperto la rivelazione della Sua Parola, e attraverso di essa, attraverso la fede, ha aperto a tutti l'accesso a Dio inviandoci lo Spirito Santo. Nostro Signore Gesù Cristo fu crocifisso con il proposito di perdonare i nostri peccati, unendoci a Dio.

Per questo, sulla croce, il Figlio di Dio ha compiuto un'opera di riconciliazione, unendo gli uomini fraternamente, rendendoli appunto fratelli e unendo gli uomini a Dio nel Suo Figlio, con un piano spirituale, rendendoli figli di Dio per adozione:

“Perciocchè coloro che egli ha innanzi conosciuti, li ha eziandio predestinati ad esser conformi all'immagine del suo Figliuolo; acciocchè egli sia il primogenito fra molti fratelli.” (Rom 8:29)

“Ma, a tutti coloro che l'hanno ricevuto, i quali credono nel suo nome, egli ha data questa ragione, d'esser fatti figliuoli di Dio.” (Gio 1:12)

Il Signore è morto per tutti - sia per coloro che saranno salvati che per coloro che saranno perduti. La costituzione di questi due gruppi - salvati e perduti - è una conseguenza dell'accettazione o negazione della chiamata spirituale, esercitata liberamente e individualmente da ogni essere umano, e mai risultante da una pretesa limitazione della grazia redentrice di Cristo.

L'apostolo Giovanni manifesta che Dio ama tutti gli uomini e desidera salvarli accettando la chiamata dell’Evangelo:

“Perciocchè Iddio ha tanto amato il mondo, ch'egli ha dato il suo unigenito Figliuolo, acciocchè chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna. Poichè Iddio non ha mandato il suo Figliuolo nel mondo, acciocchè condanni il mondo, anzi, acciocchè il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non sarà condannato, ma chi non crede già è condannato, perciocchè non ha creduto nel nome dell'unigenito Figliuol di Dio. (Gio 3:16 a 18)

“Gesù rispose, e disse loro: Questa è l'opera di Dio: che voi crediate in colui ch'egli ha mandato.” (Gio 6:29)

Il Signore è l'Agnello sacrificato per la rimozione dei peccati di tutti coloro che desiderano la salvezza, per:

 “[...] esso è il purgamento dei peccati nostri; e non solo de' nostri, ma ancora di quelli di tutto il mondo.” (1Gio 2:2)

“... Che se tu confessi con la tua bocca il Signore Gesù, e credi nel tuo cuore che Iddio l'ha risuscitato da' morti, sarai salvato.” (Rom 10:9)

“Or il Signore è quello Spirito; e dove è lo Spirito del Signore, ivi è libertà.” (2Cor 3:17)

Conveniamo sul fatto che non avrebbe senso la condizione contenuta in questo capitolo "se tu confessi con la tua bocca e credi nel tuo cuore", se tanto la confessione quanto la fede per credere fossero un'imposizione arbitraria e unilaterale dell'Altissimo. Qui vediamo, da una parte, la responsabilità umana di credere nella Parola di Dio, dall'altra, l'apertura divina di accogliere tutti coloro che ricevono la verità dell'Evangelo. Dopo tutto, la fede viene ascoltando la Parola di Dio:

“Avendo Iddio adunque dissimulati i tempi dell'ignoranza, al presente dinunzia per tutto a tutti gli uomini che si ravveggano.” (Fatti 17:30)

Come si percepisce nell’invito divino:

“Acciocchè tutti sieno una stessa cosa, come tu, o Padre, sei in me, ed io sono in te; acciocchè essi altresì sieno una stessa cosa in noi; affinchè il mondo creda che tu mi hai mandato.” (Gio 17:21)

Altresì si legge:

“Venite a me, voi tutti che siete travagliati ed aggravati, ed io vi darò riposo.” (Mat 11:28) 

Nuovamente: 

“Or il tutto è da Dio, che ci ha riconciliati a sè, per Gesù Cristo; e ha dato a noi il ministerio della riconciliazione. Poichè Iddio ha riconciliato il mondo a sè in Cristo, non imputando agli uomini i lor falli; ed ha posta in noi la parola della riconciliazione.” (2Cor 5:18-19)

Ancora una volta:

“Imperocchè, siccome in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti saranno vivificati.” (1Cor 15:22)

Ovvero, tutti coloro che accettano l'Evangelo saranno vivificati, poiché Dio vuole che nessuno perisca, come leggiamo nella lettera di Pietro:

“Il Signore non ritarda l'adempimento della sua promessa, come alcuni reputano tardanza; anzi è paziente inverso noi, non volendo che alcuni periscano.” (2 Pie 3:9)

Concludiamo affermando che tutti i vivificati dall'Evangelo riceveranno virtù sufficienti per mantenere una vita santificata ferma e fedele, che è la condizione per essere in Dio. Perciò, si può dimostrare a sé stessi la propria condizione in relazione all'elezione osservando se il proprio camminare è per fede nella santità.

Chi è in Cristo e lo Spirito Santo dimora in Lui, è nella Luce e le sue opere necessariamente rifletteranno questa verità.

 

Vostri fratelli in Cristo, 

 

Consiglio degli Anziani più Antichi del Brasile, 

e in comunione, Consiglio degli Anziani d’Italia.

 


 

 

03 - FRUTTO DELLO SPIRITO E BUONE OPERE

(Trad. 183/2024 BR)

 

 

Cara Fratellanza, 

 

La pace di Dio. 

 

Questo consiglio ci ricorda il dovere che dobbiamo avere, che è portare frutto per onore e gloria a Dio. Il frutto dello Spirito conduce alla santificazione e, attraverso di essa, si compiono le buone opere che piacciono a Dio.

Prima che il Signore Gesù divenisse noto al popolo, Giovanni Battista già predicava nel deserto annunciando il battesimo di pentimento, dicendo:

“Ravvedetevi, perciocchè il regno de' cieli è vicino.” (Mat 3:2)

E dopo il battesimo diceva:

“Fate adunque frutti degni dal ravvedimento,” (Mat 3:8)

“Ben vi battezzo io con acqua, a ravvedimento; ma colui che viene dietro a me è più forte di me, le cui suole io non son degno di portare; egli vi battezzerà con lo Spirito Santo e col fuoco.” (Mat 3:11)

Coloro che furono battezzati nel battesimo di Giovanni Battista non conoscevano l'azione dello Spirito Santo (Fatti 19:4), perché non era ancora stato inviato e che ciò avvenne solo dopo che il Signore Gesù ritornò in Cielo. Comprendiamo così che il frutto dello Spirito nella vita di coloro che furono battezzati da Giovanni si manifestò solo dopo aver ricevuto lo Spirito Santo inviato nella prima dispensazione del giorno di Pentecoste.

Quando a Gerusalemme seppero che in Samaria avevano ricevuto la Parola di Dio, mandarono lì Pietro e Giovanni, i quali pregarono affinché potessero ricevere lo Spirito Santo, in quanto non era ancora stato manifestato su nessuno di loro; ma furono battezzati solo nel nome del Signore Gesù. Poi, imposte loro le mani, ricevettero lo Spirito Santo.

Paolo scrisse ai romani:

“Perciocchè, allora che voi eravate servi del peccato, voi eravate franchi della giustizia. Qual frutto adunque avevate allora nelle cose, delle quali ora vi vergognate? poichè la fin d'esse è la morte. Ma ora, essendo stati francati dal peccato, e fatti servi a Dio, voi avete il vostro frutto a santificazione, ed alla fine vita eterna.” (Rom 6:20 a 22)

Paolo nella sua epistola scrive ai Galati: “...Camminate secondo lo Spirito, e non adempiete la concupiscenza della carne” (Gal 5:16), poiché il frutto dello Spirito è prodotto dall'azione dello Spirito Santo nella vita della persona e questo avviene quando essa crede nel Signore Gesù e Lo accetta come suo Salvatore, diventando una nuova creatura. I segni di questa vita nuova appaiono attraverso il frutto che produce, le cui virtù sono: carità, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fede, mansuetudine, temperanza (Gal 5:22). Così il frutto dello Spirito ci conduce alla santificazione.

 

BUONE OPERE CHE PIACCIONO A DIO

Le opere buone che piacciono a Dio provengono dalla santificazione, senza la quale nessuno vedrà Dio, ma la salvezza avviene attraverso la fede e la grazia del Signore Gesù.

L'uomo, per sua natura e coscienza, sa quali sono le opere buone e le opere cattive, per l'origine di Adamo, il cui peccato gli ha fatto conoscere il bene e il male. Così, l’essere umano nasce privo della gloria di Dio, sotto la condanna del peccato. Perciò Paolo scrisse ai Romani così:

“Poichè tutti hanno peccato, e son privi della gloria di Dio.” (Rom 3:23)

E, anche:

“siccome è scritto: Non v'è alcun giusto, non pure uno. Non v'è alcuno che abbia intendimento, non v'è alcuno che ricerchi Iddio. Tutti son deviati, tutti quanti son divenuti da nulla; non v'è alcuno che faccia bene, non pure uno.” (Rom 3:10 a 12)

Quindi, le opere buone che il peccatore può compiere provengono dalla sua coscienza, poiché egli naturalmente sa fare il bene o il male. Vediamo cosa ha detto Gesù:

“Se dunque voi, che siete malvagi, sapete dar buoni doni a' vostri figliuoli, quanto maggiormente il Padre vostro, che è ne' cieli, darà egli cose buone a coloro che lo richiederanno?” (Mat 7:11).

Queste buone opere non hanno potere per la salvezza. Non è necessario raggiungere la fede e la grazia del Signore Gesù per praticare queste buone opere, poiché sia queste buone che le cattive opere sono dei sentimenti umani.

Un uomo malvagio, ad esempio, è capace di compiere opere buone per i propri figli, così come è possibile compiere un'opera filantropica, ma con una motivazione diversa dal proposito di Dio, come ad esempio la propria vanagloria o il riconoscimento da parte della società. Come dice la Scrittura:

“E quand'anche io spendessi in nudrire i poveri tutte le mie facoltà , e dessi il mio corpo ad essere arso; se non ho carità, quello niente mi giova.”  (1 Cor 13:3)

Ma le opere buone nelle quali dobbiamo camminare, secondo la Parola, sono quelle che provengono dalla grazia trasformante, che si raggiunge mediante la fede, perché per la fede possiamo piacere a Dio. Proprio come scrisse Paolo:

“Acciocchè mostrasse ne' secoli avvenire l'eccellenti ricchezze della sua grazia, in benignità inverso noi, in Cristo Gesù. Perciocchè voi siete salvati per la grazia, mediante la fede, e ciò non è da voi, è il dono di Dio. Non per opere, acciocchè niuno si glorii. Poichè noi siamo la fattura d'esso, essendo creati in Cristo Gesù a buone opere, le quali Iddio ha preparate, acciocchè camminiamo in esse.” (Ef 2:7 a 10)

Quindi, queste buone opere non sono la causa della nostra salvezza, ma ne sono l’effetto. Perciò, non facciamo buone opere per la salvezza, ma le facciamo perché siamo salvati mediante la fede in Gesù Cristo.

L'apostolo Giacomo scrisse che la fede senza le opere è morta in sé stessa (Giacomo 2:17). Così, le vere buone opere non sono quelle piene di buone intenzioni umane, ma sono quelle che sono rivestite della giustizia di Cristo, poiché Egli è l’Autore e il compitore della nostra fede. Non si devono praticare buone opere di misericordia aspettando la lode degli uomini, poiché questa è ipocrisia davanti a Dio (Mat 6:2).

Nessuno si illuda di pensare che la pratica delle buone opere sociali e di altre bontà che si possono fare sia la ragione della salvezza. Tuttavia, le buone opere prodotte attraverso la fede, derivate dalla santificazione, sono il frutto dello Spirito e questo testimonia la nostra vicinanza a Dio. La salvezza è per la grazia del figlio di Dio, a prescindere da qualunque merito l'uomo possa avere.

 

Vostri fratelli in Cristo, 

 

Consiglio degli Anziani più Antichi del Brasile, 

e in comunione, Consiglio degli Anziani d’Italia.

 


 

 

04 - L'IMPORTANZA DELLA PREGHIERA A DIO

(Trad. 184/2024 BR)

 

 

Cara Fratellanza, 

 

La pace di Dio. 

 

La preghiera a Dio è un dialogo tra il cristiano e l’Iddio Altissimo e deve essere sempre elevata a Dio nel nome e per i meriti del nostro Signore Gesù Cristo. Si tratta di una pratica fondamentale nella vita del credente e le raccomandazioni scritturali al riguardo sono varie e permeano tutto il testo biblico.

Un vero cristiano non può vivere senza mantenere una pratica di costante preghiera, perché attraverso di essa possiamo adorare Dio, esserGli grati per le benedizioni e i favori ricevuti, così come chiedere perdono per i nostri peccati. Inoltre, pregando, possiamo rafforzare il nostro rapporto con Dio in una ricerca di santificazione personale.

Con le nostre suppliche ridurremo le nostre paure e le nostre ansie (Fil 4:6); affermeremo la nostra devozione a Lui, pregheremo per ottenere aiuto sia per noi stessi che per gli altri, poiché le orecchie del Signore sono attente alle nostre suppliche, conforme a quanto leggiamo:

“Perciocchè gli occhi del Signore son sopra i giusti, e le sue orecchie sono intente alla loro orazione, ...” (1Pie 3:12)

È necessario perseverare in questa pratica benedetta, l'ordine è:

“PERSEVERATE nell'orazione, vegliando in essa con ringraziamento.” (Col 4:1)

E dobbiamo pregare sempre che sia possibile:

“Orando in ogni tempo, con ogni maniera di preghiera, e supplicazione, in Ispirito; ed a questo stesso vegliando, con ogni perseveranza, ed orazione per tutti i santi.” (Ef 6:18)

Non restate mai d'orare.” (1Tess 5:17)

Attraverso la preghiera possiamo legittimamente condurre un combattimento spirituale:

Or io vi prego, fratelli, per lo Signor nostro Gesù Cristo, e per la carità dello Spirito, che combattiate meco presso Iddio per me, nelle vostre orazioni;” (Rom 15:30) 

Attraverso di essa, possiamo praticare intercessioni:

Poichè io so che ciò mi riuscirà a salute, per la vostra orazione, e per la somministrazione dello Spirito di Gesù Cristo.” (Filip. 1:19)

Attraverso di essa, possiamo esercitare la nostra purezza spirituale:

perciocchè ella è santificata per la parola di Dio, e per l'orazione.” (1Tim 4:5) 

Dedicandoci alla preghiera, possiamo evitare la tentazione:

Vegliate, ed orate, che non entriate in tentazione; bene è lo spirito pronto, ma la carne è debole.” (Mar 14:38)

Inoltre, attraverso la preghiera, possiamo ottenere i favori dell'Eterno:

Confessate i falli gli uni agli altri, ed orate gli uni per gli altri, acciocchè siate sanati; molto può l'orazione del giusto, fatta con efficacia”. (Gia 5:16) 

Ed ogni cosa che voi avrete chiesta nel nome mio, quella farò; acciocchè il Padre sia glorificato nel Figliuolo. Se voi chiedete cosa alcuna nel nome mio, io la farò.” (Giov 14:13 e 14)

Così come, attraverso la preghiera, possiamo stabilire comunione con Dio:

Or erano perseveranti nella dottrina degli apostoli, e nella comunione, e nel rompere il pane, e nelle orazioni.” (Fatti 2:42)

Come si vede, la preghiera può essere notevolmente efficace. Per questo incoraggiamo la nostra cara fratellanza a pregare spesso, sia individualmente che in famiglia, perché questa pratica è molto salutare e spiritualmente raccomandabile. La preghiera in famiglia  promuoverà molti benefici nella relazione coniugale, oltre ad essere una benedizione per tutti i figli, insegnando loro a mantenere il cuore rivolto a Dio.

La preghiera deve essere spinta e ispirata dallo Spirito Santo, senza eccessiva preoccupazione per la forma o la grandezza delle parole.

Per quanto riguarda la preghiera del Padre Nostro (Mat 6:9-13), ecco una breve spiegazione: è stata insegnata ai discepoli dal Signore Gesù contenendo le linee generali che istruiscono i cristiani con i fondamenti di una preghiera perfetta.

Così, sicuramente, Dio accetterà tutte le implorazioni e le preghiere nate da un cuore sincero e innalzate a Lui nel nome di Gesù Cristo. Tuttavia, quando è possibile, diamo preferenza alla preghiera in ginocchio, per presentarci a Lui in modo semplice, umile e sottomesso, riconoscendo la nostra nullità come semplici mortali. Il Signore Gesù Cristo stesso ha pregato in ginocchio, come può essere confermato:

E giunto al luogo, disse loro: Orate, che non entriate in tentazione. Allora egli fu divelto da loro, quasi per una gettata di pietra; e postosi in ginocchioni, orava” 
(Luc 22:40-41)

In altre parole, pregare in ginocchio era la pratica degli uomini santi ed è trascritto nei testi biblici sia dell'Antico Testamento (AT) che del Nuovo (NT), come elencato di seguito:

  1. Ora, quando Salomone ebbe finito di far tutta questa orazione, e supplicazione al Signore, egli si levò su d'innanzi all'Altare del Signore, dove era stato inginocchione, con le palme delle mani aperte verso il cielo” (1Re 8:54)
  2. Ed al tempo dell'offerta della sera, io mi levai dalla mia afflizione; ed avendo la mia vesta e il mio mantello stracciato, io m'inginocchiai, e spiegai le palme delle mie mani al Signore Iddio mio, ...” (Esd 9:5)
  3. Venite, adoriamo, ed inchiniamoci; Inginocchiamoci davanti al Signore che ci ha fatti.” (Sal 95:6)
  4. Or Daniele, quando seppe che le lettere erano scritte, entrò in casa sua; e, lasciando le finestre della sua sala aperte verso Gerusalemme, a tre tempi del giorno si poneva inginocchioni, e faceva orazione, e rendeva grazie davanti al suo Dio; perciocchè così era uso di fare per addietro.” (Dan 6:10)
  5. Poi, postosi in ginocchioni, gridò ad alta voce: Signore, non imputar loro questo peccato. E detto questo, si addormentò.” (Fatti 7:60)
  6. E Pietro, messi tutti fuori, si pose inginocchioni, e fece orazione. Poi, ricoltosi al corpo, disse: Tabita, levati. Ed ella aperse gli occhi; e, veduto Pietro, si levò a sedere.” (Fatti 9:40)
  7. E quando ebbe dette queste cose, si pose in ginocchioni, ed orò con tutti loro.” (Fatti 20:36)
  8. Ora, dopo che avemmo passati quivi que' giorni, partimmo, e ci mettemmo in cammino, accompagnati da tutti loro, con le mogli, e figliuoli, fin fuor della città; e postici in ginocchioni in sul lito, facemmo orazione.” (Fatti 21:5)
  9. E quando furon venuti alla moltitudine, un uomo gli si accostò, inginocchiandosi davanti a lui, e dicendo: [...]” (Mat 17:14-15)


 

  1. ED un lebbroso venne a lui, pregandolo, ed inginocchiandosi davanti a lui, e dicendogli: Se tu vuoi, tu puoi mondarmi.” (Mar 1:40)
  2. Perciocchè egli è scritto: Come io vivo, dice il Signore, ogni ginocchio si piegherà davanti a me, ed ogni lingua darà gloria a Dio.” (Rom 14:11)
  3. Per questa cagione, dico, io piego le mie ginocchia al Padre del Signor nostro Gesù Cristo;” (Ef 3:14)
  4. acciocchè nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio delle creature celesti, e terrestri, e sotterranee;” (Fil 2:10)

 

Vostri fratelli in Cristo, 

 

Consiglio degli Anziani più Antichi del Brasile, 

e in comunione, Consiglio degli Anziani d’Italia.


 

 

05 - L'IMPORTANZA DEL DIGIUNO - ESERCIZIO DI FEDE

(Trad. 185/2024 BR)

 

 

Cara Fratellanza, 

 

La pace di Dio. 

 

Il digiuno è un esercizio della fede cristiana attraverso la pratica di astenersi dal cibo per un certo periodo di tempo, un tempo determinato esclusivamente tra il credente e Dio. Quando lo si pratica bisogna fare attenzione a non superare il limite delle capacità fisiche del corpo al punto da diventare un problema di salute. Consigliamo ai fratelli affetti da qualsiasi malattia di stare attenti e di analizzare se possono dedicarsi o meno a questo tempo di consacrazione senza subire le conseguenze derivanti da questo digiuno, considerando i loro corpi indeboliti.

Il digiuno non deve mai essere visto come un sacrificio - l'ultimo sacrificio richiesto dalla Legge fu compiuto da Gesù Cristo sulla croce - piuttosto come una forma di mortificazione temporanea e volontaria del nostro corpo fisico.

Si raccomanda di fare attenzione a non mostrare deliberatamente alle persone che ci si astiene dal cibo (ad eccezione dei propri familiari, ai quali non c'è modo né motivo per nasconderlo), come possiamo apprendere dalla lettura dell’Evangelo:

“Ora, quando digiunerete, non siate mesti di aspetto, come gl'ipocriti; perciocchè essi si sformano le facce, acciocchè apparisca agli uomini che digiunano; io vi dico in verità, che ricevono il loro premio.” (Mat 6:16)

La finalità principale del digiuno è essenzialmente spirituale e mira a rendere il cristiano più vicino a Dio, portandolo così a una maggiore consacrazione e accrescimento nella sua ricerca della santificazione personale. Pertanto, questa pratica può essere di grande valore nella vita cristiana, ed esistono testimonianze nelle Sacre Scritture di magnifiche opere realizzate con l'aiuto di questo espediente, come nel caso di Cornelio, al quale il Signore inviò un angelo a parlare dopo un tempo di digiuno e di preghiera, come testimoniamo leggendo il libro dei Fatti degli Apostoli:

E Cornelio disse: Quattro giorni sono, che io fino a quest'ora era digiuno, ed alle nove ore io faceva orazione in casa mia; ed ecco, un uomo si presentò davanti a me, in vestimento risplendente, e disse: Cornelio, la tua orazione è stata esaudita, e le tue limosine sono state ricordate nel cospetto di Dio.” (Fatti 10:30 e 31)

Il digiuno, se eseguito in armonia con i sentimenti verso Dio, è potente nel confrontarsi con le forze del male, essendo un'arma efficace per sconfiggere - associato alle preghiere - certe caste di demoni, come il Maestro ha insegnato, ed è descritto nei vangeli:

Or questa generazione di demoni non esce fuori, se non per orazione, e per digiuno.” 
(Mat 17:21 e Mar 9:29) 

È evidente che le schiere spirituali della malvagità non smettono di pianificare le loro astuzie contro il popolo di Dio, per questo, il digiuno insieme alle sante preghiere sono armi potenti contro questo male.

Il nostro Maestro affermò che i suoi discepoli avrebbero digiunato quando Egli sarebbe stato tolto da loro con la morte in croce, rendendo evidente questo insegnamento tra i suoi seguaci, come possiamo confermare leggendo i Vangeli:

E Gesù disse loro: Que' della camera delle nozze possono eglino digiunare, mentre lo sposo è con loro? quanto tempo hanno seco lo sposo non possono digiunare. Ma verranno i giorni, che lo sposo sarà loro tolto, ed allora in que' giorni digiuneranno.” 
(Mar 2:19 e 20 e Luc 5:35)

I santi uomini del passato praticavano il digiuno per compiere le loro missioni, come si vede nel libro dei Fatti degli Apostoli:

E mentre facevano il pubblico servigio del Signore, e digiunavano, lo Spirito Santo disse: Appartatemi Barnaba e Saulo, per l'opera, alla quale io li ho chiamati. Allora, dopo aver digiunato, e fatte orazioni, imposer loro le mani, e li accommiatarono.” (Fatti 13:2 e 3) 

Nel libro dei Fatti si legge:

Ora, essendo già passato molto tempo, ed essendo la navigazione omai pericolosa; poichè anche il digiuno era già passato, Paolo ammonì que' della nave, ...” (Fatti 27:9) 

Ancora una volta, possiamo verificare questa pratica, narrata nella seconda lettera dell'apostolo Paolo ai Corinti:

in fatica, e travaglio; sovente in veglie, in fame, ed in sete; in digiuni spesse volte; in freddo, e nudità.” (2Cor 11:27) 

Pertanto, sulla base delle suddette esposizioni, insegniamo alla fratellanza e al ministero in generale il valore del digiuno, a chiunque sia interessato ad una maggiore consacrazione a Dio in questi giorni difficili.

Lo facciamo, raccomandando di non perdere di vista il fatto che questo consiglio non è un'imposizione o un obbligo rituale, ma un'opzione libera e spontanea.

 

Vostri fratelli in Cristo, 

 

Consiglio degli Anziani più Antichi del Brasile, 

e in comunione, Consiglio degli Anziani d’Italia.

 

06 - LA DECIMA ALLA LUCE DEL NUOVO TESTAMENTO

(Trad. 186/2024 BR)

 

 

Cara Fratellanza,

 

La pace di Dio. 

 

La finalità di questa lettera è quella di dare un chiarimento alla fratellanza sulla comprensione della Congregazione Cristiana a riguardo della decima. Pertanto, è importante recuperare l'utilità di questo comandamento mosaico collegandolo al suo contesto e ai suoi scopi originali, senza i quali, non c'è modo di capirlo perfettamente.

Il significato della decima è la decima parte. In senso stretto, la sua pratica precede la Legge Mosaica (legge divina consegnata al popolo di Israele attraverso Mosè) di almeno quattrocentotrenta anni; essendo la più antica testimonianza trovata nel libro della Genesi, su cui Abramo pagò le decime del bottino di guerra al sacerdote eterno Melchisedec (Gen 14:20). Nell'Antico Testamento (AT), la decima, come ordine divino, doveva essere data insieme a olocausti, voti, offerte di elevazione e sacrifici, secondo quanto si legge nel libro di Deuteronomio 12:11.

La decima fu utilizzata principalmente per la sopravvivenza dei Leviti (Num 18:21), ma era importante anche per il sostentamento degli stranieri, degli orfani e delle vedove (Deut 14:28 e 29). Si trattava di un requisito imposto da Dio sui beni degli israeliti e si applicava sia all'agricoltura che al bestiame. Senza la decima, la tribù di Levi non sarebbe stata in grado di sopravvivere, dal momento che le era proibito possedere terra e bestiame e non aveva alcuna eredità (Num 18:21 e 24); pertanto, non piantavano né raccoglievano, dipendendo totalmente dalle offerte delle altre tribù. Ne consegue che Israele adempì alla legge mosaica offrendo la decima a favore di coloro che appartenevano alla tribù levitica.

Passi scritturali come quelli riportati nei Vangeli (Luc 11:42 e Mat 23:23) meritano di essere chiariti. In questi testi si può effettivamente notare che il Signore Gesù conferma l'obbligo della decima. Ma dobbiamo ricordare che in quel tempo il Signore Gesù era sotto i comandamenti della Legge e agiva in adempimento di quella Legge, e la Grazia di Dio non era ancora stata dispensata agli uomini attraverso la morte e resurrezione di Gesù, dato che il Maestro era ancora presente tra gli uomini, cioè, la salvezza non era stata completata, poiché la sua missione non era compiuta sulla croce (Giov 16:7). Le benedizioni e i benefici derivanti dal Nuovo Testamento, l'orientamento della Grazia, avvennero esclusivamente da quando il Signore salì al Padre. Per questo motivo, il Signore disse loro che era necessario dare la decima in quel momento, per adempiere le ordinanze della Legge, poiché si applicava ancora la Legge Mosaica. Tuttavia, l'annuncio della sua passione profetizzata in precedenza, segnò la fine della Legge come si può verificare:

 

  “La legge e i profeti sono stati infino a Giovanni; da quel tempo il regno di Dio è evangelizzato, ed ognuno vi entra per forza.” (Luc 16:16)

 Nella comprensione ministeriale della Congregazione Cristiana, il ministero non deve ricevere compensi per nessuna attività ministeriale a qualsiasi livello e l'intero corpo presbiterale deve astenersi dall'essere remunerato per qualsiasi esercizio ministeriale; questo, secondo le istruzioni dell'apostolo ai gentili:

“... ed in ogni cosa mi son conservato senza esservi grave, ed anche per l'avvenire mi conserverò.”  (2Cor 11:9);

Perciocchè, in che siete voi stati da meno delle altre chiese, se non ch'io non vi sono stato grave? perdonatemi questo torto. Ecco, questa è la terza volta ch'io son pronto a venire a voi, e non vi sarò grave; perchè io non cerco i vostri beni, ma voi; perciocchè i figliuoli non debbono far tesoro a' padri ed alle madri, ma i padri e le madri ai figliuoli.” (2Cor 12:13 e 14);

Ora, sia pur così ch'io non vi abbia gravati; ma forse, essendo astuto, vi ho presi per frode.” (2Cor 12:16);

Nè abbiamo cercato gloria dagli uomini, nè da voi, nè da altri, benchè potessimo usar gravità, come apostoli di Cristo.” (1Tess 2:6)

 

Sebbene la decima abbia un fondamento biblico nell'Antico Testamento, non è assolutamente stabilita, né tanto meno obbligatoria, nella finalità dottrinale del Nuovo Testamento, ma piuttosto un'opzione personale e/o collettiva.

Nella Congregazione Cristiana esistono le offerte volontarie per la manutenzione degli edifici, costruzioni, viaggi missionari, oltre a garantire il sostegno e il fabbisogno delle necessità per la fratellanza in difficoltà. Pertanto, le collette non sono destinate a retribuire il ministero.

Le ordinanze sulla decima che provengono dalla Legge - ampiamente descritte e determinate in vari libri dell'Antico Testamento (AT) - non saranno discusse qui poiché riteniamo che, pur essendo legittime nel loro contesto, non si applichino più ai tempi della dispensazione della pienezza della conoscenza del Figlio di Dio, in quanto appartengono e sono contenute sotto forma di ordinanze solo nell'Antico Testamento (AT), esclusivamente per il popolo di Israele.

Questo è un punto importante: la decima non è citata in alcun testo come dottrina del Nuovo Testamento, tanto meno richiesta dagli apostoli. Viene accennata nei vangeli solo quando Cristo non aveva ancora istituito il tempo della Grazia per tutta l'umanità, opera della sua morte e successiva trionfale risurrezione. Consideriamo questo: se la decima fosse un comandamento da osservare da parte della Chiesa, sarebbe un ordine citato e richiesto dagli apostoli! La verità è che la decima non è mai stata imposta o comandata dagli apostoli nelle loro sacre lettere. Paolo, l'apostolo dei Gentili, ha dichiarato nelle Scritture di non aver mai smesso di proclamare " tutto il consiglio di Dio" (Fatti 20:27), e poiché non ha mai annunciato la decima come una pratica tra i cristiani, essa non fa parte del consiglio di Dio per la Chiesa. Infatti non vi è riscontro in cui Paolo abbia mai annunciato che i cristiani dovessero dare le decime a qualsiasi tesoreria della chiesa. Nel contesto del Nuovo Testamento non c'è alcuna percentuale stabilita come regola di contribuzione per i rigenerati in Cristo Gesù.

Sebbene l'apostolo Paolo abbia confessato di aver ricevuto un sostegno finanziario da alcune chiese in alcune occasioni della sua vita, quando leggiamo attentamente tutte le sue lettere, comprendiamo chiaramente che l'occasione in cui Paolo ricevette un salario da alcune chiese (frutto di offerte e non di decime) - fu una notevole eccezione durante tutto il suo apostolato - il cui unico scopo era quello di servire la chiesa di Corinto. In altre parole, egli si avvalse di questo beneficio solo per un determinato periodo di tempo, in base alle sue esigenze del momento. Lo possiamo confermare leggendo la sua seconda lettera ai Corinzi:

 

Io ho predate le altre chiese, prendendo salario per servire a voi. Ed anche, essendo appresso di voi, ed avendo bisogno, non sono stato grave ad alcuno; ...” (2Cor 11:8 e 9)

Pertanto questo fu un atteggiamento diverso dal suo comportamento ministeriale. Infatti, Paolo afferma che all'inizio del suo viaggio apostolico, l'unica chiesa che si mise volontariamente in comunicazione con lui per aiutarlo con le offerte fu quella dei Filippesi:

“...niuna chiesa mi comunicò nulla, per conto del dare e dell'avere, se non voi soli.” (Fil 4:15)

Precisando per correttezza che l'apostolo riferì di aver ricevuto un salario da alcune chiese per non essere di peso ai Corinzi, comprendiamo senza dubbio che non fece di questo salario il suo mezzo di sostentamento permanente, dal momento che lavorava costruendo tende (1 Tess 2:9), come si può vedere anche in:

... si accostò a loro. E perciocchè egli era della medesima arte, dimorava in casa loro, e lavorava; perciocchè l'arte loro era di far padiglioni.” (At 18:2 e 3)

“Così ancora il Signore ha ordinato a coloro che annunziano l'evangelo, che vivano dell'evangelo. Ma pure io non ho usata alcuna di queste cose; ed anche non ho scritto questo, acciocchè così sia fatto inverso me; perciocchè, meglio è per me morire, che non che alcuno renda vano il mio vanto.” (1Cor 9:14 e 15)

Altri discepoli del Signore praticavano la stessa procedura spirituale di non esigere le decime, come si legge nell'epistola:

 “Io ho pregato Tito, ed ho con lui mandato questo fratello. Tito ha egli fatto profitto di voi? non siamo noi camminati d'un medesimo spirito, per medesime pedate?” (2Cor 12:18)

Secondo le sue stesse esposizioni, l'apostolo dimostra che, secondo la Legge Mosaica, poteva esigere frutti materiali dai Corinti o da qualsiasi altra chiesa (vedi 1 Tim 5:17, che è una ripetizione di 1Cor 9:9), quando cita, nella sua prima epistola, destinata agli abitanti di quella nazione:

 “Poichè nella legge di Mosè è scritto: Non metter la museruola in bocca al bue che trebbia. Ha Iddio cura dei buoi? Ovvero, dice egli del tutto ciò per noi? certo, queste cose sono scritte per noi, perciocchè, chi ara deve arare con isperanza, e chi trebbia deve trebbiare con isperanza d' esser fatto partecipe di ciò ch'egli spera.” (1Cor 9:9 e 10)

Di nuovo:

Qual premio ne ho io adunque? questo, che, predicando l'evangelo, io faccia che l'evangelo di Cristo non costi nulla; e non usi della podestà che ho dall'evangelo.” (1Cor 9:18)

Un'attenta lettura di questi testi mostra i diritti che gli evangelisti avrebbero avuto per essere aiutati, pur riconoscendo la loro origine nella Legge Mosaica, ma non reintroducendoli sotto forma di obbligo dottrinale della decima. Altrimenti, l'apostolo Paolo avrebbe sbagliato a non praticarli e ancor più suggerendo di imitarlo in questa condotta.

E non solo a Corinto, ma nelle varie regioni in cui Paolo viaggiava, adottava la stessa regola: lavorava per non essere di peso a nessuno. Consideriamo come Paolo si sosteneva:

Perciocchè, fratelli, voi vi ricordate della nostra fatica, e travaglio; poichè, lavorando giorno e notte, per non gravare alcun di voi, abbiam predicato in mezzo a voi l'Evangelo di Dio.” (1Tess 2:9)

Ancora, nella seconda lettera ai Tessalonicesi, il santo apostolo ricorda il suo stile di vita e la sua condotta, dichiarando la sua indipendenza dalle entrate delle chiese, chiarendolo in questo passo:

Perciocchè voi stessi sapete come ci conviene imitare; poichè non ci siam portati disordinatamente fra voi. E non abbiam mangiato il pane, ricevutolo da alcuno in dono; ma con fatica, e travaglio, lavorando notte e giorno, per non gravare alcun di voi. Non già che non ne abbiamo la podestà; ma per darvi noi stessi per esempi, acciocchè c'imitiate.” (2Tess 3:7 a 9)

Nell'Epistola agli Ebrei vediamo chiaramente la demarcazione della fine della Legge con l'elevazione di un altro sacerdozio, più sublime, secondo l'ordine di Melchisedec. Si faccia attenzione alla spiegazione contenuta in questa epistola:

Perciocchè, mutato il sacerdozio, di necessità si fa ancor mutazione di legge.” (Eb 7:12)

È questo il momento che segna la vigenza dell'ordinanza della decima e che durò fino al sacerdozio levitico. A seguire, si vede nello stesso capitolo:

Certo v'ha annullamento del comandamento precedente, per la sua debolezza, ed inutilità. Poichè la legge non ha compiuto nulla; e v'ha d'altra parte introduzione d'una migliore speranza, per la quale ci accostiamo a Dio.” (Eb 7:18 e 19)

In realtà, nel suo ministero terreno, il Signore Gesù non fu sostenuto dalle decime, né avrebbe potuto esserlo, poiché Egli era di Giuda e non della tribù di Levi. La Legge proibiva, a qualsiasi ebreo di tribù diversa da quella di Levi, di ricevere le decime dal popolo e il Signore Gesù compì la Legge nella sua completezza.

Nel passo seguente, il salario si riferisce alle risorse necessarie per sostenere gli evangelisti e non parla assolutamente della decima sacerdotale:

Ed in qualunque casa sarete entrati, dite imprima: Pace sia a questa casa. E se quivi è alcun figliuolo di pace, la vostra pace si poserà sopra esso; se no, ella ritornerà a voi. Ora, dimorate in quella stessa casa, mangiando, e bevendo di quello che vi sarà; perciocchè l'operaio è degno del suo premio;  ” (Luc 10:5-7 e Mat 10:10)

Un altro passaggio attira la nostra attenzione nell'epistola dell'apostolo Paolo ai Galati:

Or colui che è ammaestrato nella parola, faccia parte d'ogni suo bene a colui che lo ammaestra.” (Gal 6:6)

Qui si parla della comunicazione di beni materiali da parte dei fratelli a coloro che esercitano il ministero della Parola. Si noti però che, ancora una volta, non si tratta di decima, anche perché si tratta di condividere tutti i beni e non di dare la decima parte. In realtà, questa era una pratica comune tra i discepoli all'inizio della formazione della Chiesa, come possiamo vedere:

E tutti coloro che credevano erano insieme, ed aveano ogni cosa comune;” (Fatti 2:44)

Di fatto, questa divisione dei beni non era per l'uso specifico del ministero, ma per il beneficio comune di tutta la Chiesa.

Si noti che l'apostolo Paolo esortava il corpo ministeriale della Chiesa, istruendoli ad adottare il lavoro per il sostegno personale:

Io non ho appetito l'argento, nè l'oro, nè il vestimento di alcuno. E voi stessi sapete che queste mani hanno sovvenuto a' bisogni miei, e di coloro ch'erano meco. In ogni cosa vi ho mostrato che affaticandosi, si convengono così sopportar gl'infermi; e ricordarsi delle parole del Signore Gesù, il qual disse che più felice cosa è il dare che il ricevere.” (Fatti 20:33 a 35)

Sanate gl'infermi, nettate i lebbrosi, risuscitate i morti, cacciate i demoni; in dono l'avete ricevuto, in dono datelo.” (Mat 10:8)

Occorre sottolineare che se la decima fosse stata praticata dalle chiese di quel tempo, non ci sarebbero state lamentele per la mancanza di offerte volontarie da parte di Paolo (1 Cor 16:17), perché questo contributo finanziario obbligatorio avrebbe soddisfatto le necessità a cui Paolo si riferiva.

Inoltre, se la Chiesa avesse praticato la decima a quel tempo, sarebbe stata parallela ai precetti del giudaismo - ci sarebbero state due pratiche di decima a quel tempo, la decima dei Leviti e quella del presbiterio. Tuttavia, per giustificare l'istituzione della decima cristiana, non c'è alcun comandamento secondo cui il ministero, come i sacerdoti levitici, non potesse avere eredità o possedimenti. Si tratta di una questione importante: se la decima venisse evocata come un comandamento da adempiere sulla base della legge dell'Antico Testamento, questa comprensione entrerebbe in conflitto con la grazia di Cristo, cioè chi difenderebbe la necessità di obbedire ai precetti della Legge, come la Parola di Dio chiarisce in Galati, si troverebbe fuori dalla grazia di Cristo:

O voi, che siete giustificati per la legge, Cristo non ha più alcuna virtù in voi; voi siete scaduti dalla grazia.” (Gal 5:4)

Da queste spiegazioni, è chiaro quali siano le basi bibliche che sostengono e guidano la condotta della Congregazione Cristiana nel non praticare la decima.

Concludiamo quindi che, dedicando il nostro tempo e il nostro lavoro spirituale al Signore Gesù in modo gratuito e disinteressato, gli offriamo l'ufficio ministeriale come forma di consacrazione volontaria.

 

Vostri fratelli in Cristo, 

 

Consiglio degli Anziani più Antichi del Brasile, 

e in comunione, Consiglio degli Anziani d’Italia.


 

 

07 - RINNOVAMENTO SPIRITUALE DEL MINISTERO E DELLA FRATELLANZA

(Trad. 187/2024 BR)

 

 

Cara Fratellanza,

 

La pace di Dio. 

 

Vi è grande preoccupazione per il futuro dell'opera di Dio, considerando le condizioni spirituali in cui viviamo e l'evoluzione delle tendenze che guidano la vita delle persone, portandole sempre più distanti da Dio, anche se di Lui si parla costantemente. Di fatto, vi è l'onore sulle labbra, ma il cuore si allontana sempre più dal Signore, cercando maggiori soddisfazioni nella vita terrena piuttosto che nel dovere della consacrazione a Dio per la salvezza.

I predicatori della Parola, a motivo delle aspettative circostanziali che permeano il vivere delle persone, si sentono in dovere di portare al popolo consolazione, gioia e speranza in cose tangibili, piuttosto che consigli e insegnamenti che provochino nel popolo la percezione della vera realtà spirituale che proviene dal Vangelo di Cristo.

Dal punto di vista spirituale e nell'esercizio del ministero della Parola, viviamo un momento difficile; da un lato dobbiamo portare consolazione al popolo che sta vivendo afflizioni, dall'altro dobbiamo portare a tutti la piena conoscenza della vera grazia del Figlio di Dio.

Consideriamo la conclusione a cui giunse Salomone quando scrisse nella sua meditazione, riferendosi alla Parola:

"Il Predicatore ha cercato, per trovar cose approvate; e ciò che è scritto è dirittura, parole di verità. Le parole de' savi son come gli steccati, e come i pali piantati de' mandriani che stabbiano; e sono state date da uno stesso Pastore." (Ecc 12:12 e 13)

In realtà, la consolazione e l’allegria del popolo è anche nostra, ma se siamo guidati dallo Spirito di Dio, certamente compiremo il nostro dovere davanti a Dio e al popolo con saggezza e intelligenza.

Quando il Signore ordinò al re Ezechia di scrivere lettere al popolo e di inviare i suoi messaggeri per invitare il popolo a tornare al Signore, molti schernirono e risero di loro, non credendo a ciò che annunciavano e il cui contenuto diceva:

... Figliuoli d'Israele, convertitevi al Signore Iddio d'Abrahamo, d'Isacco, e d'Israele; ed egli si rivolgerà verso il rimanente di voi, che siete scampati delle mani dei re degli Assiri. E non siate come i vostri padri, e come i vostri fratelli, che hanno misfatto contro al Signore Iddio de' lor padri; laonde egli li ha messi in desolazione come voi vedete.” 
(2 Cron 30:6 e 7)

Da questo nasce la preoccupazione per la corruzione dei costumi cristiani, come l'infedeltà coniugale, l'intolleranza e la violenza familiare, che culminano in aggressioni verbali, morali e persino fisiche tra i coniugi, dei genitori contro i figli e dei figli contro i genitori, generate dalla mancanza di una struttura spirituale, che può portare a gravi conseguenze, come immoralità, dissolutezza e peccati virtuali, nonché a dipendenze, sia da giochi di vario genere che da gioco d'azzardo.

Al giorno d'oggi, le persone si sovraccaricano di occupazioni come vanità carnali e spirituali, divertimenti e distrazioni, invece di congregare e nutrire le loro anime con la Parola di Dio. La grande mancanza di spiritualità e di vigilanza da parte del popolo facilita l'adesione a queste usanze del mondo attuale, che vengono assimilate in modo subdolo.

Temiamo quindi che il raffreddamento della Chiesa avvenuto nei secoli passati si ripeta ai nostri giorni. Subito dopo la prima dispensazione dello Spirito Santo, ci fu una grande lotta instaurata da una sistematica opposizione dell'avversario, che in breve tempo si manifestò attraverso gestioni umane che misero da parte la semplicità della grazia in cambio di un nuovo vangelo. Nacquero capi religiosi, falsi apostoli e profeti che professavano eresie che, per vanità, attiravano il popolo a sé, distogliendolo dal vero Vangelo e portandolo a spegnere lo Spirito Santo e presto la Chiesa si divise. In quel tempo, verso la fine dei suoi giorni, l'apostolo Giovanni, nella sua terza epistola, si lamentava di Diotrefe che non li riceveva, cercando di avere il primato tra loro.

La restante parte, che era fedele, iniziò a subire persecuzioni con imprigionamenti e martiri. Paolo era amareggiato dal fatto che i fratelli della Galazia avessero abbandonato il Vangelo della grazia di Cristo che era stato loro presentato per un vangelo distorto, che non era un altro vangelo, ma veniva insegnato con interpretazioni sbagliate.

La Chiesa ha così camminato sotto gli effetti della persecuzione, la quale ha arrecato grandi sofferenze e morte tra i fedeli.

Quanti secoli sono passati e la Chiesa non ha ceduto, rimanendo salda nella fede, di fronte all'opposizione della cosiddetta scienza falsa, preannunciata dall'apostolo Paolo.

La semplicità del Vangelo di Cristo potrebbe gradualmente perdersi a causa dei desideri degli uomini, perché alcuni si applicano alla conoscenza teologica per ottenere un guadagno economico; altri per ingrandirsi attraverso la vanità umana, cercando la gloria temporanea. In molti luoghi vediamo lotte e dissensi causati dal desiderio di dominare.

Vi sono anche coloro che si proiettano attraverso il loro carisma e i loro convenevoli, senza insegnare al popolo ad astenersi dalle opere che Dio disapprova. Chi si comporta in questo modo si allontana da Dio e mina l'autentica opera di Cristo.

Ricordiamo ciò che è scritto di seguito:

Guai a te, o paese, il cui re è fanciullo, ed i cui principi mangiano fin dalla mattina! Beato te, o paese, il cui re è di legnaggio nobile, ed i cui principi mangiano a tempo convenevole, per ristoro, e non per ebbrezza!” (Ecl 10:16 e 17)

Chi cerca di comprendere i tempi in cui viviamo alla luce della Parola di Dio si renderà conto che, proprio come in passato, anche oggi è notevole la dispensazione dei doni dello Spirito Santo in coloro che cercano con sincerità Iddio. Viviamo in un periodo di grande manifestazione della potenza di Dio e siamo testimoni delle sue opere miracolose, sia di natura spirituale che delle grandi opere meravigliose che i nostri occhi contemplano.

Al nostro Dio, per Gesù Cristo, sia tutta la gloria, lode e onore per sempre!

 

Vostri fratelli in Cristo, 

 

Consiglio degli Anziani più Antichi del Brasile, 

e in comunione, Consiglio degli Anziani d’Italia.

 


 

 

08 - IL MINISTERO DELLA PAROLA

 

(Trad. 188/2024 BR)

 

 

Cara Fratellanza,

 

La pace di Dio. 

 

La Parola di Dio ci insegna che gli anziani che governano bene devono essere stimati come degni di doppio onore, soprattutto quelli che lavorano nella Parola e la ministrano, perché hanno la responsabilità di insegnare e consigliare la fratellanza. Hanno il dovere di pascere il gregge con pazienza e amore, facendo attenzione che nessuno si indebolisca o si smarrisca.

Il profeta Ezechiele, mosso dallo Spirito di Dio, protestava contro i pastori infedeli di Israele, dicendo:

Voi mangiate il grasso, e vi vestite della lana; voi ammazzate la pecora grassa, voi non pascete la greggia. Voi non avete confortate le inferme, e non avete medicate le malate, e non avete fasciate le fiaccate, e non avete ricondotte le smarrite, e non avete ricercate le perdute; e le avete signoreggiate per forza, e con asprezza. Ed esse sono state disperse, per mancamento di pastore, e sono state per pasto a tutte le fiere della campagna, e sono state dissipate. Le mie pecore son ite errando per tutti i monti, e per ogni alto colle; e sono state disperse sopra tutta la faccia della terra, e non vi è stato alcuno che ne domandasse, o che le ricercasse.” (Ez 34:3 a 6).

Sia nell'Antico Testamento (AT) che nel Nuovo Testamento (NT), il pastore aveva l'obiettivo di accudire, nutrire e sorvegliare il gregge. Il mercenario, invece, si prendeva cura delle pecore, ma era interessato al proprio vantaggio finanziario. Gesù ha dato un esempio di amore e cura per le sue pecore, che erano i suoi discepoli. Egli stesso disse:

Io sono il buon pastore; il buon pastore mette la sua vita per le pecore. Ma il mercenario, e quel che non è pastore, e di cui non son le pecore, se vede venire il lupo, abbandona le pecore, e sen fugge; e il lupo le rapisce, e disperge le pecore. Or il mercenario se ne fugge, perciocchè egli è mercenario, e non si cura delle pecore.” (Gio 10:11 a 13)

Il Signore Gesù, parlando con i suoi discepoli, arrivato al mar di Tiberiade disse tre volte a Pietro: 

...Simon di Giona, m’ami tu?” (Gio 21:16)

            Dopo la sua risposta, il Signore gli disse:

...Pasci le mie pecore.” (Gio 21:16)

Pascere significa dare un pasto, alimentare e accudire, che era il compito del pastore. Nel Nuovo Testamento, la parola pastore si riferisce al provveditore, al protettore e alla guida del popolo di Dio. L'apostolo Paolo ha scritto sulle scelte di Cristo:

Ed egli stesso ha dati gli uni apostoli, e gli altri profeti, e gli altri evangelisti, e gli altri pastori, e dottori;” (Ef. 4:11)

Quando l'apostolo Paolo, a Mileto, si congedò dagli Anziani venuti da Efeso, li raccomandò dicendo:

Attendete dunque a voi stessi, ed a tutta la greggia, nella quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi, per pascer la chiesa di Dio, la quale egli ha acquistata col proprio sangue. Perciocchè io so questo: che dopo la mia partita, entreranno fra voi de' lupi rapaci, i quali non risparmieranno la greggia. E che d'infra voi stessi sorgeranno degli uomini che proporrano cose perverse, per trarsi dietro i discepoli. Perciò, vegliate, ricordandovi che per lo spazio di tre anni, giorno e notte, non son restato d'ammonir ciascuno con lagrime.” (Fatti 20:28 a 31)

Questo avviene quando il predicatore attira il popolo a sé attraverso parole piacevoli, rendendoli suoi discepoli e non di Cristo.

È necessario vegliare sul gregge, ricordandosi anche di coloro che si allontanano dalla casa di Dio, trattandoli con amore e pietà. L'apostolo Giuda raccomanda nella sua lettera:

Ed abbiate compassione degli uni, usando discrezione; ma salvate gli altri per ispavento, rapendoli dal fuoco; odiando eziandio la vesta macchiata dalla carne.” 
(Giuda 1: 22 e 23)

Non possiamo negare che vi siano innumerevoli pecore che si ritengono smarrite perché non sono state trattate con pazienza e amore, così come alcune che sono state escluse dal gregge.

Quanti fratelli e sorelle sono stati scandalizzati dagli atteggiamenti di ministri della Parola o della Pietà i quali non hanno vigilato e hanno dato motivo ad alcuni di smarrirsi, mossi dal disgusto, a motivo di predicazioni distorte dalla comunione con Dio o di espressioni scortesi.

Alcuni usano il pulpito per attaccare direttamente e duramente i fratelli e le sorelle che vengono al santo culto per ascoltare la Parola di Dio. Altri, nell'interesse di compiacere il popolo, presentano la predicazione con promesse di benedizioni in modo generico e illimitato, promettendo liberazione e prosperità materiale e il popolo che ascolta, credendo e non ricevendo, cade nell'incredulità della Parola di Dio, pensando che Dio non abbia adempiuto ciò che ha detto, scandalizzandosi.

Alcuni si lamentano di non trovare più alimento spirituale, ma solo promesse di successo, senza mostrare la via della santificazione necessaria per la salvezza. Molte predicazioni sono eloquenti, ma prive di contenuto, senza l'unico scopo di condurre il popolo alla conoscenza della verità e alla santificazione, facendo illudere il popolo senza, però, avere la piena conoscenza della verità del Vangelo per la salvezza.

Sappiamo che per sfuggire alla corruzione a motivo delle concupiscenze del mondo, è necessario che al popolo venga aggiunta accuratamente la fede, la pace, l'amore, la santità e le altre virtù di Dio, perché chi non le possiede e non abbonda in queste cose rimarrà ozioso e sterile nella conoscenza del Signore nostro Gesù Cristo, essendo cieco e non vedendo nulla con lungimiranza, dato che avrà dimenticato la purificazione dei suoi precedenti peccati.

Questa cecità spirituale impedisce al ministro della Parola di accorgersi di tutte quelle pecore smarrite, perché non avverte la loro mancanza ed è per questo che alcuni servitori sono mormoratori, rifiutando coloro che si sono pentiti dei loro peccati e sono tornati alla comunione cristiana per cercare il perdono di Dio. Spesso, tali ministri maledicono e addirittura negano il saluto cristiano a causa del loro giudizio temerario su queste persone. Dimenticano che il posto del peccatore pentito è nella casa del Signore. È necessario considerare che tali giudici non sanno cosa significhi:

“Perciocchè io gradisco benignità, e non sacrificio; ...” (Os 6:6)

Per esercitare il ministero della Parola o della Pietà è necessaria una costante vigilanza durante tutta la vita. Bisogna essere sempre in comunione con Dio, non solo attraverso la preghiera, ma anche attraverso la meditazione delle Sacre Scritture. Paolo raccomandò Timoteo dicendo:

Medita queste cose, e datti interamente ad esse; acciocchè il tuo avanzamento sia manifesto fra tutti. Attendi a te stesso, e alla dottrina; persevera in queste cose; perciocchè, facendo questo, salverai te stesso, e coloro che ti ascoltano.” (1Tm. 4:15 e 16).

Avere cura di se stessi e dei comandamenti divini significa essere sempre vigili per mantenere una buona testimonianza nella propria vita - in famiglia, negli affari, nel comportamento, indipendentemente da dove o con chi si ha a che fare, in modo che il proprio ministero non venga criticato. Ricordiamo che è biblico che la vita di un lavoratore manifesti la sua fedeltà a Cristo in modo tale che possa essere come esempio di condotta davanti alla Congregazione (1Pie 5:3, Tt 1:6-9).

Il vero ministro della Parola di Dio onora Cristo in ogni cosa, è perseverante nella preghiera, mostra il frutto dello Spirito (Gal 5:22-23), si sforza di salvare i perduti (1 Cor 9:19-22), amando e accogliendo tutti senza distinzione (Luc 15), ma aborrendo il male ed esortando contro il peccato (Mat 23, Luc 3:18-20), guidando sempre il popolo alla santificazione (Fatti 26:18, 1Cor 6:18) e annunciando pienamente il Vangelo senza compromessi o corruzione (Mat 28:18 a 20).

La presidenza dei santi culti e degli altri servizi divini deve essere fatta con la massima attenzione, osservando le raccomandazioni riguardanti le espressioni inappropriate o le affermazioni in contrasto con le Scritture, sapendo che chiunque agisca in questo modo sarà ritenuto responsabile delle proprie azioni, come stabilito nello Statuto della Congregazione Cristiana. In Italia si legge quanto segue:

La CONGREGAZIONE CRISTIANA IN ITALIA non si assume alcuna responsabilità circa gli atti personali compiuti da uno qualsiasi dei suoi membri.” (Statuto, Articolo 12)

Pertanto, è nostro dovere essere vigili e prudenti in ogni circostanza della nostra vita e nell'esercizio del ministero per essere graditi a Dio.

 

Vostri fratelli in Cristo, 

 

Consiglio degli Anziani più Antichi del Brasile, 

e in comunione, Consiglio degli Anziani d’Italia.


 

 

09 - REQUISITI BIBLICI PER LA SCELTA MINISTERIALE

(Trad. 189/2024 BR)

 

 

Cara Fratellanza, 

 

La pace di Dio. 

 

I fratelli scelti dagli apostoli per l'ufficio ministeriale erano uomini idonei, rivestiti dal Signore di doni e virtù che provenivano da Dio.

I requisiti necessari per ricoprire il ministero di Anziano (vescovo o presbitero) o Diacono nelle chiese di Cristo sono presentati in modo chiaro e distinto nella Parola di Dio.

Analizzando quali sono i requisiti e le qualità che un Anziano deve possedere, possiamo notare che la Bibbia elenca le virtù della rettitudine di carattere e di fedeltà a Dio, indirizzando la scelta verso coloro che possiedono le caratteristiche proprie di chi è nato di nuovo (Giovanni 3:3 e 1 Giovanni 3:9), restaurato da Cristo e illuminato dallo Spirito Santo:

“Perciocchè Iddio, che disse che la luce risplendesse dalle tenebre, è quel che ha fatto schiarire il suo splendore ne' cuori nostri, per illuminarci nella conoscenza della gloria di Dio, che splende sul volto di Gesù Cristo”. (2Cor 4:6)

Riguardo a questa miracolosa trasformazione spirituale che i fedeli convertiti sperimentano, l'apostolo Pietro ci ha lasciato un buon esempio, come leggiamo:

Or essi, veduta la franchezza di Pietro e di Giovanni; ed avendo inteso ch'erano uomini senza lettere, e idioti, si maravigliavano, e riconoscevan bene che erano stati con Gesù”. (Fatti 4:13) 

Dal Signore proviene la conoscenza e la sapienza:

Perciocchè il Signore dà la sapienza; Dalla sua bocca procede la scienza e l'intendimento”. (Prov 2:6)

La conoscenza religiosa e/o intellettuale, di per sé, non è competente per formare il ministro di Cristo alla pratica ministeriale come richiede il Signore. La conoscenza umana, infatti, non è in grado di dispensare doni o virtù che non sono qualità dipendenti dall'opera divina nel piano di salvezza. L'apostolo Paolo ne ha dato testimonianza:

 “E la mia parola, e la mia predicazione non è stata con parole persuasive dell'umana sapienza; ma con dimostrazione di Spirito e di potenza. Acciocchè la vostra fede non sia in sapienza d'uomini, ma in potenza di Dio.” (1Cor 2:4 e 5)

Pertanto, spetta a ogni singolo membro del Ministero cercare la santificazione, la consacrazione e la vicinanza a Dio, affinché, rivestiti della saggezza e della potenza divina, possano svolgere la loro missione nel luogo in cui sono stati posti da Dio. I servitori di Dio che cercano la consacrazione e la santificazione, che perseverano nella preghiera e nella vigilanza spirituale, che leggono costantemente la Sacra Bibbia e ne sono istruiti, sarà lo Spirito Santo a dotarli delle qualità e degli strumenti necessari, secondo quanto riportato nell'epistola dell'apostolo Paolo:

Poichè ad uno è data, per lo Spirito, parola di Sapienza; e ad un altro, secondo il medesimo Spirito, parola di scienza”. (1Cor 12:8)

Abbiamo la conferma divina di questa dispensazione di doni spirituali profetizzata e promessa al presbiterio devoto a Cristo:

Ed egli stesso ha dati gli uni apostoli, e gli altri profeti, e gli altri evangelisti, e gli altri pastori, e dottori; per lo perfetto adunamento de' santi, per l'opera del ministero, per l'edificazione del corpo di Cristo; finchè ci scontriamo tutti nell'unità della fede, e della conoscenza del Figliuol di Dio, in uomo compiuto, alla misura della statura perfetta del corpo di Cristo”. (Ef 4:11 a 13) 

I doni sono dispensati senza distinzione tra le persone, perché tutti siamo stati chiamati e possiamo essere qualificati per il servizio cristiano, lavorando per salvare le anime dalla perdizione portandole a Cristo.

La Bibbia ci insegna a pregare per essere ricolmi di conoscenza, sapienza e intelligenza spirituale, istruendo questo con le seguenti parole:

Perciò ancora noi, dal dì che abbiamo ciò udito, non restiamo di fare orazione per voi e di richiedere che siate ripieni della conoscenza della volontà d'esso in ogni sapienza, ed intelligenza spirituale” (Col 1:9)

Troviamo anche scritto:

Acciocchè l'Iddio del Signor nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia lo Spirito di sapienza, e di rivelazione, per la conoscenza d'esso. Ed illumini gli occhi della mente vostra, acciocchè sappiate quale è la speranza della sua vocazione, e quali son le ricchezze della gloria della sua eredità, nè luoghi santi. E quale è, inverso noi che crediamo, l'eccellente grandezza della sua potenza; secondo la virtù della forza della sua possanza”. (Ef 1:17 a 19)

La Chiesa di Cristo deve essere governata con l'aiuto dei doni dello Spirito Santo, come attestano i precetti degli apostoli:

Secondo che ciascuno ha ricevuto alcun dono, amministratelo gli uni agli altri, come buoni dispensatori della svariata grazia di Dio. Se alcuno parla, parli come gli oracoli di Dio; se alcuno ministra, faccialo come per lo potere che Iddio fornisce; acciocchè in ogni cosa sia glorificato Iddio per Gesù Cristo, a cui appartiene la gloria e l'imperio, ne' secoli de' secoli. Amen.” (1 Pie 4:10 e 11)

I doni dello Spirito Santo sono numerosi, come si può vedere nelle seguenti letture:                       (Mar 16: 1 – 1Cor 12:1 a 11 – Ef 1:17 e 4:8 – Eb 2:4 – Fatti 2:38, 10:45 e 13:1 – 1Cor 12:28 – 2 Tim 1:11 e 1Pie 4:10)

  1. Dono di dottore - dispensazione fatta attraverso lo Spirito Santo, che consente al ministro di Cristo di conoscere la Parola di Dio.
  2. Dono di governo - dispensazione fatta attraverso lo Spirito Santo, che permette al ministro di Cristo di governare la Chiesa con luce e direzione spirituale.
  3. Dono della Parola di sapienza, manifestato per ispirazione dello Spirito Santo, in modo tale da esprimere la rivelazione della Parola di Dio o la sapienza propria dello Spirito Santo, illuminando il servo di Dio su come deve vedere e considerare i problemi o comprendere alcune situazioni.
  4. Dono della Parola della conoscenza, qualificando il suo portatore con messaggio ispirato dallo Spirito Santo, rivelando conoscenze su persone, circostanze o verità bibliche.
  5. Il dono del discernimento degli spiriti, attraverso il quale il Signore permette a chi lo possiede di discernere se una manifestazione viene da Dio o se invece è un'imitazione del nemico.
  6. Dono di rivelazione.
  7. Dono di nuove lingue.
  8. Dono di interpretazione delle lingue.
  9. Dono di guarigione.
  10. Dono di operare meraviglie
  11. Dono di scacciare gli spiriti maligni
  12. Dono di profezia, oltre a molti altri.

 

Tornando ai requisiti biblici citati, alle esigenze dottrinali riguardanti la figura del responsabile spirituale della Chiesa del Signore, troviamo riportate nelle epistole a Timoteo e Tito le dignità necessarie, elencate di seguito:

  1. Che siano irreprensibili: Che siano uomini che non meritino rimostranze o che possano essere additati come riprovevoli nel loro comportamento in campo morale, familiare e sociale.
  2. Che siano vigili: Che siano prudenti, attenti, zelanti in tutto ciò che fanno.
  3. Che siano sobri: Che siano seri, moderati, senza pretese, semplici e discreti.
  4. Che siano onesti: che siano moralmente corretti, onorevoli, dignitosi; uomini integri e degni di fiducia.
  5. Che siano ospitali: Che accolgano le persone con soddisfazione come buoni padroni di casa, sia dal punto di vista personale che spirituale, trattandole sempre con gentilezza e cordialità.
  6. Che siano in grado di insegnare: Che abbiano attitudine alla dottrina e conoscenza delle Sacre Scritture, fonte di ogni sapienza proveniente da Dio.
  7. Che non siano dediti al vino: Che non siano avvezzi all'uso di bevande forti; cioè, non devono essere persone che si abbandonano al bere.
  8. Che non siano irruenti: Che non siano litigiosi o violenti, ma uomini mansueti nei loro rapporti.
  9. Che non siano bramosi di immonda avidità: Che non siano desiderosi delle depravazioni di questa vita, essendo uomini non contaminati da desideri sfrenati di beni e ricchezze mondane.
  10. Che siano prudenti: Che siano disciplinati, che si comportino con attenzione, evitando situazioni rischiose o pericolose per un uomo di ministero.
  11. Che non siano polemici: Che non siano inclini alle dispute e alle discussioni e che non cerchino di imporre la loro opinione in qualunque circostanza, essendo equilibrati e frenando gli impeti indebiti della loro personalità.
  12. Che non siano avari: Che non siano eccessivamente attaccati al denaro e che non alimentino la passione o l'abitudine di accumulare denaro in modo irragionevole.
  13. Che governino bene le loro case: Che siano buoni mariti e buoni padri, conducendo le loro case sui fondamenti della grazia di Dio, con amore e dolcezza.
  14. Che non siano neofiti: Che non siano nuovi nella vita spirituale, che non si siano convertiti di recente e corrano il rischio di gonfiarsi, cadendo sotto la condanna del diavolo.
  15. Che non siano altezzosi: Che siano uomini umili, senza pretese di superiorità; non siano orgogliosi o presuntuosi e neppure dominati dall'arroganza.

 

Vostri fratelli in Cristo, 

 

Consiglio degli Anziani più Antichi del Brasile, 

e in comunione, Consiglio degli Anziani d’Italia.

 

 


 

 

10 - CONSIGLI PER UNA BUONA CONVIVENZA TRA GENITORI E FIGLI

(Trad. 190/2024 BR)

 

 

Cara Fratellanza,

 

La pace di Dio. 

 

La costante evoluzione del male, che si osserva nel mondo di oggi, espone i nostri figli alle sue manifestazioni, rendendoli vulnerabili alla contaminazione delle loro buone abitudini e causando grande preoccupazione nei servi di Dio. Sappiamo che i nostri figli frequentano le scuole fin da piccoli, dove assorbono una grande quantità di conoscenze, sia attraverso l'insegnamento che ricevono e sia attraverso la frequentazione con altri bambini.

Per questo motivo, è necessario accompagnare con attenzione l'educazione dei figli, assumendosi la solenne responsabilità di trasmettere loro gli insegnamenti delle Scritture, necessari per la formazione cristiana, incoraggiandoli a vivere una vita di preghiera, a temere Dio, ad allontanarsi dal male, istruendoli sul fatto che siamo stranieri in questo mondo e che la nostra vera casa è nei Cieli. I bambini devono essere educati a frequentare i Culti e le Riunioni dei Giovani e Bambini, così come lo Spazio Infantile, dove si svolge la Riunione dei Bambini, esponendoli alla manifestazione dello Spirito Santo e alla Parola di Dio. Così facendo, manterranno nel loro cuore la fede e l'amore per il Signore, come ci insegna la Bibbia:

e che da fanciullo tu hai conoscenza delle sacre lettere, le quali ti possono render savio a salute, per la fede che è in Cristo Gesù." (2Tim 3:15)

Ammaestra il fanciullo, secondo la via ch'egli ha da tenere; Egli non si dipartirà da essa, non pur quando sarà diventato vecchio.” (Prov 22:6)

In molti casi, a causa del poco spazio nelle case o del pesante carico di lavoro dei genitori, le uniche opzioni di svago per i bambini sono i giocattoli tradizionali e i dispositivi tecnologici come i telefoni cellulari e computer. Tuttavia, l'evoluzione del male ai giorni nostri è così ampia che anche questi giocattoli e dispositivi possono portare con sé il male, ad esempio, nella maggior parte dei giochi elettronici e delle applicazioni. I giochi più comuni sono quelli in cui il bambino assume la posizione di un combattente, simulando combattimenti corporei o armati, in cui predomina la violenza e che espongono costantemente il bambino a questo tipo di comportamento, portandolo a perdere la sensibilità dell'amore e dell'affetto che riceve, rendendolo impaziente, aggressivo e imprudente.

È necessario che i genitori siano attenti e vigili sui contenuti che i loro figli consultano, sia attraverso giochi, applicazioni, video o cartoni animati, eliminando tutto ciò che va contro ai costumi cristiani.

Per quanto riguarda gli adolescenti, è risaputo che, sia a scuola che fuori, sono bersaglio costante di informazioni che di solito generano conflitti nelle loro menti, distorcendo i buoni principi acquisiti in famiglia e nella casa di Dio.

Di conseguenza, si isolano e rifiutano la vicinanza dei genitori, facendo fatica a comunicare ed essere compresi; spesso, a causa della fase di transizione che stanno attraversando, è comune che abbiano problemi di concentrazione e che i loro studi ne risentano. La facilità di comunicazione attraverso i mezzi di comunicazione virtuali esistenti fa sì che gli adolescenti cerchino avidamente di comunicare con gli altri, in alcuni casi scambiando messaggi e accedendo alle reti sociali fino a tarda notte, mettendo a rischio i parametri salutari del sonno. Questa facilità di comunicare liberamente tramite Internet li espone a potenziali pericoli.

I genitori devono impegnarsi a sviluppare un ambiente favorevole al dialogo, in modo che i loro figli non cerchino qualcuno all'esterno per esprimere le proprie emozioni e i propri sentimenti, proteggendoli così dalle influenze peccaminose e dall'attrazione per il mondo, che deriva dal vivere con persone immorali, perché abbiamo un comandamento dalla Parola che dice:

Chi va co' savi diventerà savio; Ma il compagno degli stolti diventerà malvagio.”.
(Prov 13:20)

La Bibbia ci avverte:

Non errate: cattive compagnie corrompono i buoni costumi.” (1Cor 15:33)

Consigliamo ai genitori di mantenere una vita coniugale pacifica, ricordando sempre che i frutti della giustizia sono seminati in pace per coloro che la esercitano.

Bisogna evitare le discussioni davanti ai propri figli, perché anche in giovane età potrebbero ricordare i momenti di attrito e mettere a rischio lo sviluppo emotivo dei bambini e degli adolescenti.

Quando i genitori vivono nella disarmonia, nel litigio e nell'aggressività verbale, formano il carattere dei figli con esempi di reazioni aggressive, i cui effetti possono manifestarsi durante l'adolescenza. Se invece vivono insieme pacificamente, trasmettono ai figli il vero carattere cristiano, attraverso l'amore, la pazienza e l'affetto e trasmettendo loro, con il loro esempio di comportamento, la conoscenza delle Sacre Scritture. L'apostolo Paolo scrisse agli Efesi:

E voi, padri, non provocate ad ira i vostri figliuoli; ma allevateli in disciplina, ed ammonizion del Signore.” (Ef 6:4)

Vivere nell'unione e nella pace dipende dai piccoli sforzi che la Sacra Scrittura ci insegna, perché se nella coppia vi è umiltà, carità fraterna, pazienza e timore di Dio, queste differenze saranno superate, dando origine a una vita sana, sia spirituale che terrena.

Per quanto riguarda gli adolescenti, i loro migliori amici devono essere i genitori. A tal fine, i genitori devono cercare di avere un rapporto di fiducia e di rispetto con i figli, facendo loro conoscere il vero amore che è quello di Cristo, soprattutto attraverso un comportamento veramente cristiano, dimostrando pazienza e affetto, perché, a causa del periodo di transizione che attraversano, faticano a riconoscere la consapevolezza che i genitori possiedono.

Sappiamo che la sapienza è un dono di Dio e che ogni consiglio deve essere dato alla luce della Sua Parola, come è scritto:  

 “Le parole de' savi son come gli steccati, e come i pali piantati de' mandriani che stabbiano; e sono state date da uno stesso Pastore.” (Ecl 12:13)

I genitori devono essere costantemente vigili, attenti anche ai più piccoli segnali di possibili comportamenti sbagliati nei loro figli, poiché è molto facile praticare i mali dei nostri giorni. Oltre alla naturale curiosità e predisposizione che gli adolescenti possiedono, sono anche un ottimo bersaglio per gli attacchi degli agenti del male che, oltre a distorcere le conoscenze acquisite nella grazia di Dio, li portano a commettere atti peccaminosi. È nostro dovere istruirli sulla corruzione morale e sulla fornicazione, che sono grandi peccati davanti a Dio, poiché sta scritto:

Poichè voi sapete questo: che niun fornicatore, nè immondo, nè avaro, il quale è idolatra, ha eredità nel regno di Cristo, e di Dio.”. (Ef 5:5)

Se possibile, i genitori devono riunirsi con i loro figli per pregare a Dio insieme, in modo da prevenire molti mali e mantenere la pace nelle loro case.

Sappiamo che i figli, anche in età adulta, non dimenticano i buoni consigli ricevuti dai genitori e gli insegnamenti delle Riunioni dei Giovani e Bambini, dove hanno imparato a lodare Dio, a pregare e a conoscere la verità del Vangelo.

L'amore per i figli secondo la guida del Vangelo di Cristo farà in modo che siano preservati dalla corruzione, garantendo loro un futuro di pace nella grazia del Figlio di Dio.

 

Vostri fratelli in Cristo, 

 

Consiglio degli Anziani più Antichi del Brasile, 

e in comunione, Consiglio degli Anziani d’Italia.

 


 

 

11 - SACRAMENTI E INSEGNAMENTI

(Trad. 191/2024 BR)

 

Cara Fratellanza,

 

La pace di Dio. 

 

  1. COMANDAMENTI/SACRAMENTI

Per sacramento si intende ciascuno degli atti istituiti sulla base del Nuovo Testamento che simboleggiano l'azione divina nel credente, diventando un atto visibile della grazia di Dio per i fedeli. Pertanto, confessiamo tre comandamenti/sacramenti: il battesimo, la santa cena e l'unzione.

Il battesimo (Fatti 2:38 e Mat 28:19) simboleggia la morte e la nuova nascita di coloro che hanno creduto nel Signore Gesù; la Santa Cena (Luc 22:19 e 20 - 1Cor 11:26 - Giov 6:51, 53 e 57 - 1Cor 11:20-22 e 27-30 - Fatti 20:7) è una commemorazione del sacrificio di nostro Signore Gesù Cristo e l'Unzione (Giacomo 5:13-15) è un mezzo attraverso il quale si ottiene un favore speciale, in questo caso, quello di far rialzare il credente dal suo letto di infermità, oltre a concedere il perdono dei peccati.

 

  1. INFERMI E L’UNZIONE CON OLIO (Integrazione dell’Argomento 9, del 2022)

Crediamo che l'unzione faccia parte delle attribuzioni degli anziani della Chiesa e sia un mezzo, per effetto della fede dell'ammalato, di ottenere un favore speciale attraverso la preghiera, con l'intervento del Signore. 

Sappiamo che il potere di guarigione non sta nell'olio in sé, ma nella preghiera fatta con fede nel nome del Signore Gesù e, tanto il risanamento dal letto di infermità quanto il perdono dei peccati, sono una concessione benevola dal Signore Gesù Cristo. L'unzione per la guarigione dei malati era praticata dagli Apostoli già prima della morte e della resurrezione di Cristo: 

E cacciavano molti demoni, ed ungevano d'olio molti infermi e li sanavano”. (Mar 6:13)

 

INSEGNAMENTI

 

  1. NATURA DI DIO

Dio è un essere Onnisciente, Onnipotente e Onnipresente, superiore a tutto e a tutti, senza eguali, invisibile, autosufficiente, increato, autoesistente. Egli è sempre esistito e non può essere contenuto in nulla o in nessun luogo. Non ha alcuna restrizione, limitazione o chi possa eguagliarLo.

Poiché Dio è Spirito, non può essere visto né pienamente compreso da nessuno, in quanto si tratta dell'unico Essere Infinito, Autore della vita, Creatore di tutte le cose, sia visibili che invisibili. Egli ha personalità e identità ed è Santo e Perfetto.

Il nostro Eterno Signore Dio, per farsi conoscere dagli uomini, si è manifestato nella persona di nostro Signore Gesù Cristo che, dopo la morte e la resurrezione, si esprime alla Chiesa attraverso lo Spirito Santo che ci è stato inviato. Egli non subisce variazioni o cambiamenti perché è la perfezione stessa. È Santo, Giusto, Buono, Vero e Padre dell'Eternità.

Sebbene esista un solo Dio, essendo Egli Uno, nella Sua unità esistono tre persone o tre esseri distinti: Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo (Mat 28:19 - Giov 14:16 e 1Giov 5:7).

 

  1. PROMESSA DELLO SPIRITO SANTO, DONO DI NUOVE LINGUE E LINGUA DEGLI ANGELI(Chiarimento con la ripetizione degli argomenti 09 e 10 - Settembre/2022)

Durante la dispensazione dello Spirito Santo, la persona può ricevere dei doni, compreso il dono di parlare nuove lingue. Non dobbiamo dire "parlava la lingua degli angeli" o "si arrotolava la lingua" o cose del genere; diciamo solo che abbiamo ricevuto il dono di nuove lingue, poiché non c'è alcun riscontro biblico per queste citazioni.

Nella prima epistola ai Corinti 13:1, l’apostolo Paolo parlava in forma ipotetica:

“AVVEGNACHÈ io parlassi tutti i linguaggi degli uomini e degli angeli”.

Non vi è alcun insegnamento nelle Scritture che faccia riferimento ad alcun angelo che parla nella propria lingua, poiché tutti coloro che sono stati mandati a parlare agli uomini parlavano in lingua umana. Gli uomini di un tempo che parlavano con gli angeli parlavano e ascoltavano nella propria lingua. Quando il Signore Gesù compì la sua promessa nel giorno di Pentecoste, inviando lo Spirito Santo Consolatore, coloro che parlavano in nuove lingue, parlavano le lingue degli uomini e coloro che ascoltavano dicevano:

“Come adunque li udiam noi parlare ciascuno nel nostro proprio natio linguaggio? [...] li udiamo ragionar le cose grandi di Dio ne' nostri linguaggi”. (Fatti 2:8 e 11)

 

  1. DONI DELLO SPIRITO SANTO

Crediamo nel battesimo con lo Spirito Santo - il Consolatore inviato dal cielo dal nostro Signore Gesù Cristo ai cuori dei suoi fedeli - che infonde nel cristiano virtù e diversità di doni distribuiti secondo la Sua volontà. Questo Spirito divino abilita i consacrati di Cristo con la parola di sapienza, della conoscenza, con il dono di guarigione, di operare prodigi, con la profezia, con il discernimento degli spiriti, con la diversità delle lingue, con l'interpretazione delle lingue, con la forza di scacciare gli spiriti immondi, con i doni di governo e con molti altri doni. La presenza dello Spirito Santo nel credente è rivelata dalla manifestazione di magnifiche virtù nel suo carattere, come la carità, la gioia, la pace, la longanimità, la pazienza, la mansuetudine, l'umiltà, la benignità, la bontà, la fede, la temperanza, la giustizia e la verità (1Cor 12:28 – Gal 5:22 – Ef 4:2 e 5:9; Fil 2:3 – Col 3:12 e 1Pie 5:5). Ricordiamo anche che i doni di Dio sono dati agli uomini secondo la Sua volontà e non sono presi in prestito.

“Per la qual cosa dice: Essendo salito in alto, egli ha menata in cattività moltitudine di prigioni, e ha dati de' doni agli uomini”. (Ef 4:8)

 

  1. SUGGELLO DELLA PROMESSA

Quando lo Spirito Santo inizia a dimorare nel credente mediante la fede (Giov. 14:23), il cristiano viene suggellato per la vita eterna (Ef. 1:13 e 14 e 4:30); ha cioè ricevuto la garanzia, la caparra dello Spirito (2Cor. 1:22), per continuare il cammino della fede con la forza divina. Tuttavia, dobbiamo chiarire che il dono delle lingue è una dispensazione dello Spirito Santo, ma non il suggello della promessa in sé; non tutti i fratelli suggellati manifestano il dono di nuove lingue. È vero che se qualcuno ha ricevuto doni dallo Spirito Santo, è sicuramente suggellato, perché colui che ministra il dono delle lingue e gli altri doni nel cristiano è lo Spirito di Dio stesso (1Cor 12:10), che, in questi casi, dimora nel cuore del credente.

 

  1. CRISTIANI EVANGELICI

Il popolo di Dio è considerato cristiano e credente perché, per fede, crede che Gesù Cristo è la Parola fatta carne e, come Figlio di Dio, è stato mandato per la salvezza di chiunque creda in Lui. 

È anche considerato evangelico perché, essendo stato evangelizzato, crede e segue il Vangelo di Gesù Cristo, che è la Parola di Dio.

 

  1. PROCEDURE DA OSSERVARE DURANTE I FUNERALI
    (Integrazione dell'argomento 3, del 2012)

Ribadiamo alla fratellanza le necessarie accortezze su come comportarsi durante i funerali, con il rispetto e la considerazione dovuti alla famiglia che sta soffrendo il dolore per la perdita del proprio caro, rimanendo in silenzio, evitando chiacchiere, scherzi e risate. I servizi divini nei funerali devono durare circa 30-40 minuti.

 

  1. ABITUDINI DEL MONDO ATTUALE - MATRIMONI E ALTRE FESTE
    (Riferimento all'argomento 7 e 8, del 2017)

Le abitudini del mondo attuale devono essere analizzate con la luce della Parola di Dio, poiché anche se tutto è lecito, non tutto è conveniente per noi. Un esempio è il modo inappropriato in cui alcune sorelle e/o fratelli si vestono in occasione di feste di matrimonio e in altri luoghi; questo dispiace a Dio. 

Il Ministero consiglia alle sorelle e ai fratelli, sia celibi che sposati, di sforzarsi nel conformarsi alla sana dottrina, non adeguandosi ai costumi del mondo attuale, ma servendo Dio con timore per essere da Lui benedetti.

Per quanto riguarda le cerimonie nuziali, non è opportuno fare come coloro che non conoscono la grazia del Signore Gesù, promuovendo danze nell'ambiente, comprese quelle che vengono chiamate ballate, in cui si balla con l'aiuto di gruppi o musiche elettroniche ad alto volume e luci pulsanti e colorate, portando il luogo in una penombra (mezza luce). 

Il Ministero ribadisce l'esortazione alla nostra comunità a non farlo, perché è contrario alla Parola di Dio.

 

  1. COMPORTAMENTO NELLE FESTE DI MATRIMONIO

Raccomandiamo inoltre alla nostra fratellanza a comportarsi in modo sobrio alle feste, evitando il consumo di bevande alcoliche e di cibo eccessivo, che è un comportamento sconveniente e inappropriato nei confronti degli altri invitati. Ricordiamo che, oltre a dare una cattiva testimonianza, questo dispiace a Dio, perché sia l'ubriachezza che la golosità sono peccati.

 

  1. EVANGELIZZAZIONE

È necessario che ci sia sempre un risveglio e un incoraggiamento alla nostra fratellanza nell'annunciare il Vangelo. Bisogna che ci siano gruppi di fratelli che visitino ed evangelizzino, realizzando così la determinazione del Signore Gesù.

 

  1. BATTESIMO PERIODICO (Integrazione dell'argomento 3, del 2021)

Nelle città in cui vi sono già vasche battesimali, è bene che vengano realizzati battesimi periodicamente, con una frequenza che deve essere valutata dal Ministero. Ci sono luoghi dove passano mesi e persino anni senza un servizio di battesimo, portando la fratellanza a non essere consapevole dell'obbedienza a questo sacramento.

 

  1. BIBBIE, INNARI E VELI CONSUMATI DALL'USO (Rettifica dell'argomento 21, del 1994)

Per quanto riguarda gli articoli elencati, che non sono più utilizzabili, devono essere smaltiti mediante triturazione. Chi desidera conservarli è libero di farlo. Avvisiamo la fratellanza che questi articoli possono essere consegnati al fondo biblico della Casa di Orazione, che a sua volta li inoltrerà alla Distribuzione Regionale per il corretto smaltimento.  

 

  1. NEI CULTI UFFICIALI, I MUSICISTI DEVONO SEDERSI PER ESEGUIRE IL PRIMO E L'ULTIMO INNO. (Ripetizione dell’Argomento 10, del 2023)

In tutti i culti ufficiali, battesimi, sante cene, riunioni della gioventù, riunioni per giovani e bambini, culti per giovani e altri, il primo inno, dopo l'apertura del servizio, e l'ultimo inno, prima di congedare la fratellanza, i musicisti devono sedersi per la loro esecuzione. Se ci sono fratelli che siedono tra i musicisti, anche loro devono sedersi.

 

Vostri fratelli in Cristo, 

 

Consiglio degli Anziani più Antichi del Brasile, 

e in comunione, Consiglio degli Anziani d’Italia.


 

 

12 - VIAGGIATORI INTERNAZIONALI MINISTERO E FRATELLANZA

(Trad. 195/2024 BR)

 

Cara Fratellanza, 

 

La pace di Dio. 

 

Il Consiglio degli Anziani più Antichi (del Brasile) ricorda a coloro che intendono lasciare il Brasile per un Paese estero, il dovere di portare con sé i documenti idonei, tutte le disponibilità finanziarie, l'abbigliamento adatto al clima, l'alloggio, l'assicurazione sanitaria e sulla vita, il necessario per la permanenza temporanea o definitiva, in modo da non arrecare disagi alla nostra fratellanza nel luogo di destinazione. 

 

Alcuni si avventurano in Paesi di cui non conoscono la lingua o non hanno un'autorizzazione legale per il soggiorno; molti vengono espulsi dalle autorità all'aeroporto di arrivo. Altri entrano come turisti, ma si fermano oltre il limite di tempo previsto dalla legge e diventano immigrati clandestini con possibilità di essere arrestati ed espulsi

 

Vi sono alcuni che causano disagio alla fratellanza dove arrivano perché non possono permettersi di ospitarli.

 

Raccomandiamo a coloro che desiderano emigrare che consultino il Ministero della propria località, così come i servitori qui in Brasile che curano l'Opera nella nazione di destinazione, prima di intraprendere qualsiasi iniziativa avventata.

 

Avvertiamo anche la fratellanza dell'Estero, coloro che non sono brasiliani e che intendono venire a vivere in Brasile o soggiornarvi temporaneamente, a dotarsi della documentazione e delle risorse economiche necessarie, al fine di evitare problemi per sé stessi e per la fratellanza locale.

 

Infine, ricordiamo ai fratelli che viaggiano per visitare la famiglia o per turismo, il dovere di informare gli Anziani qui in Brasile che curano quella nazione, in modo che possano essere a conoscenza di loro e fornire eventuali indicazioni.

 

Chiunque abbia un Ministero o un incarico qui in Brasile e si rechi all'Estero per visita o turismo non deve interferire con l' andamento dell'opera di Dio, né tantomeno fissare appuntamenti al suo arrivo. 

 

Vostri fratelli in Cristo, 

 

Consiglio degli Anziani più Antichi del Brasile, 

e in comunione, Consiglio degli Anziani d’Italia.

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39º ASSEMBLEA - 2023 - RIASSUNTO DEGLI INSEGNAMENTI

39º ASSEMBLEA - 2023

RIASSUNTO DEGLI INSEGNAMENTI

39ª ASSEMBLEA – 2023 – RIASSUNTO DEGLI INSEGNAMENTI

 

BELVEDERE MARITTIMO (CS) – 25 E 26 AGOSTO 2023

 

LE RIUNIONI SONO INIZIATE NEL NOME DEL SIGNORE GESÙ

 

  1. COMPORTAMENTO CRISTIANO – È dovere della nostra fratellanza non esprimere sentimenti e disaccordi riguardo ai nostri governanti, tuttavia, pregare Dio per le autorità, così come scritto in 1 Tim. 2: 1 a 4, “Io esorto adunque, innanzi ad ogni cosa, che si facciano preghiere, orazioni, richieste, e ringraziamenti per tutti gli uomini. Pei re, e per tutti coloro che sono in dignità; acciocchè possiam menare una tranquilla e quieta vita, in ogni pietà ed onestà. Perchioccè questo è buono ed accettevole nel cospetto di Dio, nostro Salvatore. Il quale vuole che tutti gli uomini sieno salvati, e che vengano alla conoscenza della verità.”

 

  1. AVVERTENZA DOTTRINALE – Basato sull’Argomento 16 del 1993 e nel messaggio del Fratello Luigi Francescon – L'eccessivo amor proprio porta l'uomo a idolatrare sé stesso nel proprio cuore e ciò gli impedisce di amare Dio e il prossimo, inducendolo a trasgredire i due primi grandi comandamenti che abbracciano tutta la volontà dell’eterno Dio. Coloro che ricevono doni spirituali sono provati da due diverse debolezze della natura umana: la prima, l’orgoglio, che spesso è causata dalla fratellanza, la quale, guardando colui che manifesta il dono, lo esalta e lo elogia. In questo caso, Dio riprova, perché il Signore rifiuta l'uomo dal cuore superbo e dagli occhi alteri, come troviamo in Giacomo 4:6 "..., perciò dice: Iddio resiste a’ superbi, e dà grazia agli umili.” La seconda debolezza è la rivolta, che avviene quando questi stessi fratelli sono provocati dall'invidia, venendo persino anche criticati e perseguitati senza motivo. Questa seconda prova ha lo scopo di mettere alla prova il credente, per vedere se cercherà la propria ragione attraverso la rivolta o la vendetta. Quando reagisce in questo modo, si lascia vincere e si allontana dalla carità, non affidando ogni giudizio solo al Signore. (Prov. 19:11; 1Cor. 13:7).

 

  1. NON FILMARE ATTENDIMENTI DELL’OPERA DELLA PIETÀ – In nessun caso possiamo filmare o fotografare gli attendimenti e pubblicarli sulle reti sociali, anche in caso di consegna di strumenti musicali. Lo troviamo nel Evangelo, scritto in Mat. 6:2 “Quando adunque tu farai limosina, non far sonar la tromba dinanzi a te, come fanno gl'ipocriti nelle sinagoghe e nelle piazze, per essere onorati dagli uomini; io vi dico in verità, che ricevono il premio loro.”

 

  1. LAVORATORI AUTONOMI - CONTRIBUTI PREVIDENZIALI - PRESTITI FINANZIARI

I fratelli che lavorano in modo autonomo e che svolgono varie attività devono, in ottemperanza alla norma di legge, versare i contributi all'INPS – Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, in quanto è una garanzia in caso di un eventuale accadimento come malattia, infortunio, invalidità o morte. Se vi sono casi in cui il fratello lavora in queste condizioni e non risulta registrato o non versa i contributi mensili, divenendo attempato, malato, disabile o in caso di morte, lascerà la famiglia in grande difficoltà. I fratelli devono fare attenzione a non assumere impegni finanziari utilizzando fidi e carte di credito superiori alla propria capacità finanziaria mensile. (Argomenti 1 e 2 dell’Opera della Pietà, 2016).

 

 

 

  1. USO DI INTERNET NELLA CONGREGAZIONE CRISTIANA IN ITALIA – La Congregazione Cristiana in Itália non fá uso di strumenti o applicazioni su Internet per fini di propaganda istituzionale. Nelle nostre comunicazioni viene utilizzato il sito ufficiale per presentare alla fratellanza le circolari, gli avvisi, i documenti e i punti di dottrina, argomenti di interessi comuni, che sono firmati digitalmente tramite QRCode dal Consiglio degli Anziani.

 

 

  1. USO IMPROPRIO DI INTERNET E RETI SOCIALI IN OLTRAGGIO ALLA CONGREGAZIONE CRISTIANA IN ITALIA – Integrazione all’argomento 16 del 2017 – Con l'evoluzione di Internet e l'ampia varietà di strumenti disponibili in questo mondo virtuale, è diventato facile per i laici (scettici, critici) diffondere notizie, opinioni, critiche e pensieri. Ciò ha permesso ad alcune persone senza che questi abbiano alcuna certezza, conoscenza o competenza in merito agli argomenti che diffondono, di procedere come se fossero qualificate per fare ciò. Per questo motivo, anche persone totalmente impreparate possono divulgare opinioni e informazioni personali su qualsiasi argomento e su chiunque, anche senza un minimo di conoscenza di ciò che si afferma. Altri comunicano apertamente in modo aggressivo con la sola intenzione di diffamare e/o distorcere la verità e la fede che esiste in coloro che servono Dio. Con la santa intenzione di mettere in guardia la fratellanza, il Ministerio sconsiglia di guardare contenuti con questi profili, non dando credibilità o ascolto a informazioni, notizie o opinioni sulla Congregazione Cristiana in Itália, sui servi di Dio, su questioni della dottrina da noi professata e, anche, sulle testimonianze. Tali fonti di informazione contrarie sono contaminate da bugie o questioni che non sono di alcun aiuto alla salvezza, causando spesso inquietudine e dubbi nella fratellanza. L'istituzione si avvarrà in qualsiasi momento del suo diritto di difesa, in caso di oltraggio, o nel caso in cui l'offesa sia diretta contro uno qualsiasi dei fratelli che compongono il Ministerio.

 

 

  1. LA SALVEZZA NON AVVIENE SOLO TRAMITE LA VIA DELLA CONOSCENZA Riconoscendo la necessità di conoscere la Bibbia e il magnifico beneficio della sua lettura, si incoraggia il Ministerio e tutta la fratellanza a questa pratica salutare e primordiale alla vita cristiana. La conoscenza scritturale deve essere la via per apprendere come arrivare alla conoscenza della volontà del nostro Padre celeste in Gesù Cristo. Attraverso questo santo apprendimento, è importante sperare che la fede, la carità e la santificazione siano saldamente stabilite in noi, visto che siamo salvi per la Grazia, tramite la fede. Dobbiamo consacrarci a Dio sempre con preghiere e digiuni (1 Cor. 7:5, 2 Cor. 11:27); non avendo mai la presunzione di credere che la conoscenza teologica ci fornirà, attraverso la sola via della conoscenza (Col. 2:18), la trasformazione spirituale necessaria per vivere come il Signore richiede. In Efesi 6:18 “Orando in ogni tempo, con ogni maniera di preghiera e supplicazione, in Ispirito; e a questo vegliando, con ogni perseveranza ed orazione per tutti i santi” (Rom. 10:1; Ef. 6:18; Fil. 1:19; 1 Tim. 4:5). Nell’epistola indirizzata a 1 Tim. 1:5 è scritto: “Or il fine del comandamento è carità, di cuor puro, e di buona coscienza, e di fede non finta”. Possiamo trovare in Ebrei 12:14 un prerequisito derivante dalla fede per vedere il Signore, “Procacciate pace con tutti, e la santificazione senza la quale niuno vedrà il Signore” e anche in 1 Pie. 1:16 “Conciossiaché egli sia scritto: Siate santi, perciocché io sono santo” (2 Cor. 7:1; 1 Tim 2:15; 1 Pie 1:2). Il proposito della Sacra Scrittura è di promuovere un profondo cambiamento interiore nell’essere umano per la fede in Gesù Cristo (nuova nascita) e non solo offrire un’istruzione religiosa o intellettuale.

 

 

  1. RIFERIMENTO DEFINITIVO DELLA FEDE – La Bibbia di per sé è un’autorità sufficiente, assoluta e un riferimento definitivo della conoscenza per l'indottrinamento, che assicura la purezza della nostra fede in Cristo Gesù nostro Signore (Rom. 1:16, Ef. 1:13 e 2 Tim. 3:15). Pertanto, è necessario che ogni e qualsiasi insegnamento o conoscenza cristiana data alla Chiesa sia pienamente e sicuramente sostenuta dalle Sacre Scritture. In caso contrario, tali informazioni devono essere ignorate essendo fonti non affidabili per l'istruzione e la formazione spirituale del credente.

 

  1. RIFLESSO DELLE BUONE OPERE DEI GENITORI SUI FIGLI – Integrazione all’argomento 14 del 2014 – I figli guardano sempre con ammirazione i loro genitori, e quanto più essi sono ineccepibili, tanto più avranno motivo di volerli imitare e assimilare i loro insegnamenti. Per questo motivo, raccomandiamo ai genitori di mantenere un buon comportamento e di impegnarsi a stabilire buoni rapporti familiari. Inoltre, è molto importante che cerchino di congregare, incoraggiando anche le loro famiglie a congregare e ad interessarsi di Dio, vivendo secondo l’Evangelo della Grazia. I nostri figli devono essere istruiti sulla necessità della preghiera: quando si alzano al mattino, ringraziando Dio per i loro pasti e quando vanno a dormire. Inoltre, la preghiera dei genitori insieme ai figli unisce le famiglie, evitando la disgregazione familiare. Le famiglie che pregano insieme sono famiglie protette da Dio, e leggere la Sacra Bibbia come famiglia porta edificazione nella vita spirituale.

 

  1. CONSIDERAZIONI SUL COMANDAMENTO DEL BATTESIMO E DELLA NUOVA NASCITA – Il battesimo è um comandamento della parola di Dio per tutti coloro che credono nel nostro Signore Gesù Cristo, pertanto, non c'è motivo di chiedere segni per essere battezzati (Mat. 12:39-40), se non il solo segno di credere nel Signore Gesù, intendendo il battesimo come la simbologia della morte, della sepoltura e della Sua risurrezione. Coloro che credono e sono battezzati muoiono al peccato e risorgono in Cristo a nuova vita. Ai Romani 6:4 disse l'apostolo Paolo: “Noi siamo adunque stati con lui seppelliti per lo battesimo, a morte; acciocchè, siccome Cristo è risuscitato da’ morti per la gloria del Padre, noi ancora simigliantemente camminiamo in novità di vita”. Raccomandiamo il battesimo a coloro che hanno compiuto più di 12 anni, a meno che non abbiano già ricevuto il dono dello Spirito Santo con evidenza di nuove lingue. Prendiamo come riferimento questa età, considerando che il Signore Gesù, in quel momento della vita, si manifestò ai dottori della Legge, come si legge in Luc. 2:46-47 e 49 “E avvenne che, tre giorni appresso, lo trovaron nel tempio, sedendo in mezzo ai dottori, ascoltandoli e facendo loro delle domande. E tutti coloro che l’udivano stupivano del suo senno, e delle sue risposte”. “.... Perché mi cercavate? non sapevate voi ch’egli mi conviene attendere alle cose del Padre mio?”

 

  1. CONSIDERAZIONI SUL COMANDAMENTO DELLA PARTECIPAZIONE ALLA SANTA CENAIntegrazione all’Argomento 9 del 2018 – La partecipazione alla Santa Cena è l'atto di celebrare la passione e morte del Signore fin quando Egli ritornerà. In queste celebrazioni il cristiano partecipa del corpo e del sangue del nostro Signore Gesù Cristo, come il Signore ha ordinato. Nei culti che precedono la Santa Cena, i servi che presiedono devono insegnare sull'importanza della partecipazione, perché chi non partecipa non ha comunione con il Signore Gesù. Devono consigliare la fratellanza affinché tutti siano in pace, tra loro, nelle famiglie, nella fratellanza e nel Ministerio. Se c'è alcuna offesa, devono riconciliarsi tra loro e, soprattutto, con il Signore, poiché possono essere in pace con tutti, ma se non sono in pace con Dio, possono essere indegni di partecipare; e come esortò l'apostolo Paolo in 1 Cor. 11:27-30: “Perciò, chiunque avrà mangiato questo pane o bevuto il calice del Signore indegnamente, sarà colpevole del corpo, e del sangue del Signore. Or provi l’uomo sè stesso, e così mangi di questo pane, e beva di questo calice. Conciossiacché chi ne mangia, e beve indegnamente, mangi e beva giudicio a sè stesso, non discernendo il corpo del Signore. Perciò fra voi vi son molti infermi e malati; e molti dormono”. Quanto alla predicazione della Parola in occasione della Santa Cena, dobbiamo prestare attenzione al sacrificio e alla morte del Signore Gesù, senza soffermarci sul fervore e sulla manifestazione, che in molti casi devia il sentimento sacro, inducendo una smisurata gioia, essendoci persino chi ispira la ricerca di doni e liberazioni, distorcendo la comunione e la riverenza dovute al Signore.

 

  1. GIOVANI CHE NON HANNO NECESSITÀ, INCLINAZIONE O INTERESSE NEL MATRIMONIO Vi sono persone la cui natura biologica li rende impassibili alle attrazioni sessuali; pur essendo assolutamente normali, tuttavia, non mostrano interesse per la vita coniugale. Chiunque si renda conto che questa condizione si mostra in lui/lei, è sconsigliato cercare il matrimonio, tenendo conto di questa inclinazione, sotto l'alto rischio di sposarsi e non riuscire in questa unione, causando sofferenza e frustrazione nel proprio partner. Nella Sacra Bibbia troviamo questa spiegazione nell’Evangelo narrato da Mat. 19:12 “Perciocchè vi son degli eunuchi, i quali son nati così dal ventre della madre; e vi son degli eunuchi, i quali sono stati fatti eunuchi dagli uomini; e vi son degli eunuchi, i quali son fatti eunuchi loro stessi per lo regno de’ cieli. Chi può esser capace di queste cose, sialo”.

 

  1. CONCUPISCENZA DELLA CARNE – La concupiscenza della carne è il desiderio di piaceri sensuali, come la voluttà, la lascìvia, la lussuria e la cupidigia. L'adulterio, la prostituzione e la fornicazione derivano da questi mali. La concupiscenza è condannata dalla parola di Dio e cedere ad essa significa commettere iniquità, che è peccato contro i comandamenti del Signore. Pertanto, questa pratica peccaminosa porta una persona al totale allontanamento da Dio.

 

  1. MANIFESTAZIONE FUORI DALL'ORDINE DEL CULTO, RIUNIONI E ALTRI SERVIZI RELIGIOSI DELLA CONGREGAZIONE CRISTIANA IN ITALIA – Conforme all’Articolo 11 e relativo Paragrafo Unico dello Statuto, la ministrazione e/o la partecipazione di culti e altri servizi divini con manifestazione individuale fuori dall’ordine del culto, o riunione, darà luogo a reprimenda statutaria senza preclusione di possibile reato (Rif. Art. 208 Codice Penale - Brasile).

Art. 11. La partecipazione e la manifestazione individuale dei membri, durante i servizi religiosi, fanno parte del culto e dipendono dal giudizio di chi lo presiede, con la guida di Dio. La ministrazione dei servizi sacri è soggetta alla convinzione spirituale del ministrante. Paragrafo Unico. Il Consiglio degli Anziani, al fine di preservare la sana Dottrina, potrà privare qualsiasi membro della facoltà di manifestarsi durante il culto, con conseguente comunicazione alla fratellanza, al fine di attuare tale privazione.

Art. 208 del Codice Penale Brasiliano - Deridere pubblicamente qualcuno per motivi di credo o funzione religiosa; impedire o disturbare la cerimonia o la pratica del culto religioso; diffamare pubblicamente un atto o un oggetto di culto religioso: Pena - detenzione, da un mese a un anno, o una multa. Paragrafo Unico - Se è usata la violenza, la pena è aumentata di un terzo, fatta salva la violenza corrispondente. (Corrispondenza. Artt. 403-404-405 Codice Penale Italiano).

 

  1. LA CONGREGAZIONE CRISTIANA IN ITALIA E I SUOI BENI PATRIMONIALI – Considerando che il nostro obiettivo non è l'accumulo di ricchezze temporali, ribadiamo alla fratellanza il nostro principio stabilito fin dall'inizio, contenuto nello Statuto:

Art. 14. In caso di scisma o separazione, il patrimonio resterà alla CONGREGAZIONE CRISTIANA IN ITALIA, che resterà fedele alla dottrina contenuta nell’articolo 21 di questo Statuto; non spetta alcun diritto al gruppo che si separerà.

Art. 15. Non essendoci fratellanza in una località o per convenienza amministrativa, a criterio della riunione prevista nell’art. 32 di questo Statuto, la gestione e il patrimonio saranno incorporate in una delle Associazioni denominate “CONGREGAZIONE CRISTIANA IN ITALIA, che ha lo stesso Statuto indicato negli atti di incorporazione, stabilito nella riunione generale degli Anziani.

Art. 16. Si procede con l’estinzione della CONGREGAZIONE CRISTIANA IN ITALIA quando sia accertato che non esistono più fedeli che seguono la stessa Fede e Dottrina in tutto il Territorio Nazionale. Sciolta la CONGREGAZIONE CRISTIANA IN ITALIA conforme alle leggi vigenti, il relativo patrimonio sarà destinato ad enti pubblici: ospizi, orfanotrofi, asili, scuole ed ospedali.

(Riferimenti Statuto della Congregazione Cristiana in Italia corrispondenti allo Statuto della Congregazione Cristiana in Brasile)

 

TRADUZIONE RGE BRASILE APRILE/2023

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